E dopo Vicenza il boom continua. Solo primi segnali di rallentamento. Giordini: "Il prezzo ci ostacola"

Il valore della materia prima era schizzato fino a 78 euro. "Questo limita fatalmente le contrattazioni". Gli ordinativi non si fermano neanche con i venti di guerra. "Ma per ora sono sotto i periodi migliori".

E dopo Vicenza il boom continua. Solo primi segnali di rallentamento. Giordini: "Il prezzo ci ostacola"

Il comparto cresce nonostante alcuni segnali di rallentamento dovuti alla congiuntura internazionale

La "febbre" dell’oro fa schizzare il termometro a 76,5 non grasi, bensì euro al grammo. Il prezzo del metallo prezioso continua la sua marcia sulla "giostra" delle variazioni giornaliere, ormai l’incubo con il quale gli imprenditori la sera vanno a letto e si risvegliano al mattino. "Nei giorni scorsi aveva superato i 78 euro al grammo, ora è sceso a 76,5 ma l’instabilità ormai giornaliera rappresenta un freno alle contrattazioni", dice Giordana Giordini dal doppio osservatorio di chi guida un’azienda e di chi presiede la Consulta orafa. Un osservatorio a tutto tondo, dentro il quale almeno per il momento, è difficile fare previsioni.

L’oro di Arezzo tira e traina l’export nonostante i rimbalzi della materia prima sui mercati finanziari e le guerre nello scacchiere mediorientale e pure alle porte d’Europa. Instabilità del metallo speculare a quella degli ordini. Che ci sono ma non decollano alla stessa velocità di fasi congiunturali più favorevoli.

E se la fiera di Vicenza si è chiusa con un bel "bottino" di ordini per le aziende del distretto aretino, resta un rallentamento nel trend degli affari che, secondo gli analisti, caratterizzerà la fine dell’anno e l’approdo nel 2025. "Vincenza ha dato risultati al di sopra delle aspettative: molti i buyer internazionali e nonostante la crisi a livello mondiale e un fase di rallentamento già presente prima dell’estate, la fiera vicentina ha prodotto ordinativi importanti anche se col punto interrogativo dopo la parola instabilità". Che per un imprenditore è la parola da evitare: complica la programmazione del lavoro e rappresenta una spada di Damocle sulle teste degli operatori del settore.

Tuttavia il distretto continua a produrre gioielleria e oreficeria richieste in tutto il mondo. Una potenza non di fuoco ma d’oro, che marca il valore del distretto aretino, il più grande d’Europa. In attesa dello snodo elezioni americane per capire se la corsa del prezzo dell’oro subirà una battuta d’arresto, la Consulta "investe" in formazione. Lo fa da anni con l’istituto Margaritone e i corsi riservati a giovani diplomati: "Abbiamo molte iscrizioni e i corsi sono già partiti. Per i ragazzi sono uno strumento di apprendimento sul campo; per gli imprenditori un’assicurazione sul futuro del nostro distretto".

Lucia Bigozzi