ALBERTO PIERINI
Cronaca

"È la prima volta che vedo Camaldoli" Mattarella, l’abbraccio dei monaci E va a scoprire le opere di Vasari

Accolto dopo l’atterraggio dai bambini del soggiorno estivo, in auto raggiunge l’ingresso del monastero. Applauso dalla fontana e dai giardini, turisti da fuori per vederlo. Gli incontri, la visita alla mostra, il saluto.

"È la prima volta che vedo Camaldoli" Mattarella, l’abbraccio dei monaci E va a scoprire le opere di Vasari

di Alberto Pierini

"È lui, è lui": un gruppo di turisti e di pellegrini aspetta da ore il passaggio di Mattarella. Sono raccolti intorno alla fontana che troneggia davanti all’ingresso del monastero. Una poltrona in prima fila e insieme la tregua all’arsura che stringe perfino Camaldoli. L’applauso si alza spontaneo: i capelli argentati si riflettono sul finestrino dell’auto, lo sguardo tranquillo e curioso che la gente ormai conosce.

Anche i ragazzi del campo estivo di Metaleto: nel ping pong degli eliporti alla fine la scelta cade sulla località a poche centinaia di metri dal monastero. La sede dei carabinieri forestali, un vivaio, il deserto della montagna. Moggiona ingoia il boccone amaro di aver perso, 30 anni dopo Giovanni Paolo II, il secondo ospite di prestigio. "Bellissimo posto" sono le prime parole che pronuncia sceso dall’elicottero: ad accoglierlo, in sostituzione del Prefetto De Luca colpita da un grave lutto, il capo di gabinetto Claudio Faloci.

Ma la montagna di Camaldoli è di quelle a sorpresa. "Si ferma, si ferma". Il grido passa tra un gruppo di bambini che giocano nei prati. Sì, si ferma davvero: e si avvicina, marcato stretto dalla scorta, al gruppetto che lo acclama. Allarga le braccia, sembra tuffarsi con l’argento nei capelli tra i ragazzi dei campi estivi dei carabinieri forestali. Tra le casacche verdi e i telefonini si concede all’applauso. Li saluta, lancia un "auguri a tutti": mentre risale in auto scatta il grazie presidente stupito di chi si è ritrovato al centro del mondo.

L’auto si allontana e dopo una curva ecco già la sagoma del monastero farsi largo. L’auto si ferma di fronte: ad accogliere Mattarella tante autorità, dal Governatore Giani al presidente del consiglio regionale Mazzeo al presidente della Provincia Polcri ai sindaci Ghinelli e Toni. Giani gli indica da lontano il gruppo della Lana del Casentino, lui saluta e infila la scala ripida che scende al Chiostro del Maldolo. Ad aspettarlo il presidente della Cei Matteo Zuppi, insieme alla comunità dei monaci: un carosello di vesti bianchissime nell’ennesimo giorno che segna la storia del monastero.

Mattarella continua a salutare con il classico gesto delle mani, mentre risale le scale della foresteria. Un primo incontro con il padre generale Barban e con il Vescovo Migliavacca fino all’ultima impennata verso la Sala del Landino. Intorno un bunker, presidiato dal Questore, dal personale del Quirinale, da tutti quelli che incroci e che ti affiancano per chiederti chi sei e dove vai. Gli "eletti" sono pochi: una sessantina entrano nel salone del convegno, le cui tre finestre spalancano la foresta sacra.

Una seconda fascia di autorità nel corridoio, maxischermo alla parete. Così come la Sala B, dove viene concentrato il grosso della stampa. Le immagini trasformano il secondo piano del monastero in uno stadio anomalo: dove l’applauso dal salone centrale scorre fino agli altri.

Mattarella si siede alla destra del tavolo centrale. Segue assorto, in silenzio, a tratti colpito. All’uscita visita la mostra sugli 80 anni del Codice, poi regala un saluto ai monaci. "Non sono mai stato qui a Camaldoli" confessa a chi ci passa la vita. "E queste immagini raccontano bene il clima di quegli anni". Dalla scalinata a picco del Maldolo risale verso la luce.

E il Vescovo lo accompagna a visitare la chiesa. Padre Ugo gli racconta i segreti delle opere di Vasari: la Madonna, la Natività, la Deposizione. Un Vasari giovane ma già capace di lasciare il segno. Mattarella segue rapito, prima di perdersi tra gli ultimi applausi e il fruscio dell’elicottero in volo verso Roma.