Silvia Bardi
Cronaca

"E' qui dalle 2.20, sta bene": il medico racconta. Tolto ai genitori anche il fratellino

L’assessore Tanti: li adotta il Comune. Il primario di pediatria: "Storia di disperazione familiare, le decisioni spettano al tribunale dei minori. Nessun segno di ipotermia»

Marco Martini di Pediatria

Marco Martini di Pediatria

Arezzo, 7 gennaio 2020 - Non è certo quello che ti aspetti nell’ennesima notte di festa, quella dell’Epifania. Un pianto di un bambino che potrebbe venire dalla casa del vicino, e fin qui niente di strano. Solo che quel bambino che piange e che ha quattro mesi, è solo, nell’androne di un palazzo di via Po, alle due di notte. Trovato da alcuni ragazzi che in quel condominio ci abitano. Il piccolo ora è stato affidato dal tribunale per i minori all’ospedale di Arezzo, accudito dai medici, dagli infermieri e dai volontari del reparto di pediatria diretto da Marco Martini.

Ed è proprio in questi corridoi, nella ludoteca del reparto, che qui chiamano «La casa di Pinocchio», tra macchinine, costruzioni e una piccola piscina con le palline, che il primario racconta cosa è successo nella notte della Befana. Un fatto che ha scosso gli aretini anche perché dalle prime ricostruzioni si pensava che quel bambino fosse stato abbandonato. Una storia di disperazione come avveniva tanti anni fa.

Poi le notizie inizialmente frammentarie si sono fatte più certe per arrivare alla verità: i genitori lo hanno lasciato dentro l’androne, si sono allontanati e al ritorno non lo hanno più trovato. E’ prudente il dottor Martini nel raccontare questa vicenda, ma rassicura subito tutti che il piccolo sta bene.

E mette subito le mani avanti parlando con i giornalisti: «C’è il segreto istruttorio, c’è di mezzo il tribunale per i minori di Firenze, la situazione è molto delicata, posso solo dire che la mattina del 6 gennaio alle 2,20 è arrivato al pronto soccorso di Arezzo un bimbo di quattro mesi, portato dagli agenti di Polizia. Lo hanno recuperato nell’androne di un condominio di via Po su segnalazione di alcuni residenti che hanno trovato questo bimbo, incustodito, in un seggiolino a ovetto, nell’ingresso di un condominio».

Il bimbo era ben vestito e ben coperto, in buone ottime condizioni di salute, nonostante la notte fredda non presentava segni di ipotermia e, come ha specificato il medico «non aveva e non ha segni di maltrattamento».

Con l’arrivo del piccolo al pronto soccorso è scattata la macchina degli accertamenti, l’iter giudiziario, l’attivazione del tribunale per i minori e dei servizi sociali e del Comune. Sì perché lasciare incustodito un minore è un reato. Da qui il provvedimento provvisorio urgente del tribunale che ha affidato il bambino al reparto di pediatria.

«La nostra macchina organizzativa ha funzionato bene - rassicura il primario - nonostante il tanto lavoro e il poco personale, per garantire assistenza di giorno e di notte abbiamo rivisto i turni e ci aiuteranno anche i volontari della Tribù dei nasi rossi che qui si occupa della ludoteca. Quello che conta è che il piccolo sta bene, è bello, sorride. Speriamo che questa vicenda finisca per il meglio e nell’interesse del bambino, che comunque è stato separato dalla famiglia».

E’ una corsa sul filo del tempo, occorre fare in fretta. Questione di ore e dovranno essere prese decisioni importanti. Lo ricordiamo, il piccolo ha solo quattro mesi. «Questa famiglia aretina sta attraversando un momento di criticità o lo ha attraversato - spiega l’assessore alle politiche sociali Lucia Tanti che affianca il primario nel dare le informazioni - nel caso in cui il tribunale tolga la patria potestà ai genitori, il Comune potrebbe diventare tutore del piccolo. Una decisione che verrà presa in tempi brevissimi, già oggi come amministrazione ci attiveremo per aiutare questa famiglia».

Pare che oltre al piccolo di quattro mesi sia ci sia anche un fratellino di poco più grande, ma l’assessore resta vaga: «Quello che conta è che c’è un nucleo familiare che ha manifestato un problema e come Comune ci mobiliteremo per aiutarlo come per tutte le altre famiglie. Sarà il tribunale a dirci quali passi fare» conclude Lucia Tanti. Le ipotesi per ora sono due, o il bimbo torna al nucleo familiare o viene affidato al Comune.

In questi casi potrebbe essere anche decisa una sorta di affidamento congiunto per non separare la madre dal piccolo, ospitandoli in una casa famiglia o in una struttura tipo Thevenin, dove i genitori potrebbero continuare a vedere il piccolo, ma sotto tutela.