REDAZIONE AREZZO

"E’ un fenomeno sociale, occorre intervenire"

Il questore Maria Luisa Di Lorenzo: "E’ stata contestata l’associazione a delinquere: il livello di scontro si è già innalzato"

"Facciamo intervenire le famiglie, coinvolgiamo psicologi e psicoterapeuti, operatori sociali e società civile: dobbiamo studiare cosa fare e dobbiamo farlo subito perché quello delle baby gang è un fenomeno che deve essere stroncato sul nascere, noi altrimenti rischiamo di arrivare solo nel momento della repressione e siamo solo l’ultimo anello di un ingranaggio molto più complesso".

Maria Luisa Di Lorenzo è questore di Arezzo da qualche settimana e non nasconde la preoccupazione per quanto sta accadendo anche nell’Aretino (dopo episodi in tutta la Toscana) con la scoperta di una banda composta da una ventina tra maggiorenni e minorenni. I personaggi di spicco sono stati bloccati nel corso del blitz scattato ieri mattina all’alba.

Stavolta è stata contestata dalla magistratura anche l’associazione per delinquere nei confronti di poco più che adolescenti, sintomo che è qualcosa di più di un gruppo di ragazzini?

"Dimostra che è già stato alzato il tiro e da ’semplice’ baby gang rischiamo di trovarci dinanzi ad una vera e propria gang. Quello che ci preoccupa è proprio questo: la baby gang è stata inquadrata in un’associazione a delinquere, ci troviamo difronte quindi ad una stabile organizzazione associativa all’interno della quale si faceva carriera".

Avevano un luogo, un senso di appartenenza...

"I ragazzini avevano il loro quartier generale in piazza Sant’Agostino e quando compivano azioni più eclatanti, dallo spaccio alle piccole estorsioni, ai furti entravano in quella che veniva chiamata la ’famiglia Montana’ dal film di Scarface, cioè salivano di grado e prendevano l’appellativo di Montana".

Un risultato investigativo è stato raggiunto...

"Alle prime ore dell’alba abbiamo assicurato alla giustizia la baby gang composta da nove minori, sotto la direzione della procura presso il tribunale dei minori in sinergia con la polizia municipale: è un’attività che portiamo avanti da oltre un anno".

Diceva, le baby gang sono un fenomeno non solo da indagare con gli strumenti di polizia ma anche sociale...

"Al di là degli spunti investigativi e dell’attività repressiva, ritengo che la baby gang sia un fenomeno sociale: non possiamo nasconderlo. E, in quante tale, meriterebbe un’attenzione sotto aspetti sociologici, e andrebbero coinvolti altri soggetti. Noi siamo l’ultima catena di un ingranaggio, che si ferma con l’assicurare i ragazzi alla giustizia, ma in realtà perdiamo di vista le motivazioni, le spinte sociali, i contesti, che portano i ragazzi a costituirsi in bande. Dovrebbe essere un fenomeno su cui riflettere e su cui dovrebbero intervenire con le loro analisi anche altre attori, oltre naturalmente alla polizia di stato che, insieme alle altre forze di polizia, svolge un’attività di investigazione e di repressione".

Eri.P. e Gap