
di Laura Lucente
Il Covid entra di diritto anche nelle esperienze universitarie. Ecco che un giovane ingegnere cortonese, Riccardo Gimignani, decide di raccogliere la sfida e ideare un calcolatore per valutare strategie di protezione e vaccinazione ottimali. Il lavoro, durato mesi, è confluito poi nella sua tesi di laurea magistrale in ingegneria gestionale discussa il 15 febbraio scorso.
Come nasce l’idea della tua tesi?
"Dalla necessità di dare un contributo socialmente utile alla scienza medica. Tutto è nato in piena pandemia. La ricerca mira a dare una risposta concreta. Con la collaborazione del laboratorio di bioingegneria dell’università di Siena, abbiamo pensato di poter creare un modello matematico che individuasse il minimo assoluto del numero di anni di vita persi Qaly (acronimo di Quality Adjusted Life Years) e del numero di decessi per Covid. Non è stato facile poter arrivare ad un codice di programmazione che riuscisse a simulare tutto. È stata suddivisa la popolazione in 5 fasce d’età da 0 a 100 e il risultato è stato quello di una combinazione ottima delle percentuali di vaccinazione che rappresentasse il minimo assoluto di quanto detto prima".
Quali sono le risultanze più significative del tuo studio?
"Il progetto ha portato alla creazione di una sorta di calcolatore che possa essere utilizzato in ogni momento storico. Due le simulazioni condotte: a luglio, quando il famoso Rt era sotto la soglia dell’unità, e novembre, in cui era decisamente al di sopra. Se le simulazioni partivano nel secondo periodo di pandemia (fuori controllo), sia per la minimizzazione dei decessi sia per Qaly il sistema indicava la necessità di vaccinare le ultime due fasce d’età (60-79 e oltre 80), mentre se la simulazione partiva nel primo periodo (pandemia sotto controllo), per la minimizzazione dei Qaly era necessario vaccinare la seconda classe di età (20-39). Le nostre risultanze – prosegue Gimignani – sono in linea con altro studio belga della primavera 2020, che indicava la vaccinazione di ‘young worker’ (giovani lavoratori), nonostante, cambiando le condizioni iniziali, il risultato possa variare davvero molto.
Alla luce dei tuoi studi in cosa pensi che il Governo stia sbagliando?
"Non mi sento di fare una grossa polemica, è molto difficile definire una strategia globalmente giusta poiché le necessità variano di giorno in giorno, come soprattutto la quantità di dosi vaccinali disponibili. Quello che noto è che il Governo stia cercando di attuare misure che fotografano il momento attuale, presentando oltretutto un Rt molto approssimativo (calcolato settimanalmente). In realtà l’Rt dovrebbe essere misurato per lo meno su tutto il periodo della famosa ‘ondata’. L’indice di contagio è notevolmente più alto di quanto viene detto".
Da dove nasce la tua passione per l’ingegneria gestionale? "La grande passione per l’analisi ma anche la curiosità dell’attuazione alla realtà si traduce proprio nell’ingegneria gestionale. Il grande background che dà questo corso di studi magistrali – conclude l’ingegnere – porta alla formazione di una figura cosiddetta ‘problem solver’, che riesce ad analizzare per esempio un processo aziendale con occhi esterni e capirne la dinamica, trovando la soluzione migliore e il miglioramento continuo".