SERENA CONVERTINO
Cronaca

"Ecco la mia ricetta per il cenone". Chef lancia lo stracotto di patate ed esalta la pappa al pomodoro

Nicholas Bianchini da Masterchef alla cucina di tutti i giorni. "Ho messo a tavola sposi indiani e canadesi"

Nicholas Bianchini da Masterchef alla cucina di tutti i giorni. "Ho messo a tavola sposi indiani e canadesi"

Nicholas Bianchini da Masterchef alla cucina di tutti i giorni. "Ho messo a tavola sposi indiani e canadesi"

Nel 2021 l’avventura a Masterchef 11, poi il ritorno a casa e l’inizio di nuove avventure. E’ la storia di Nicholas Bianchini, giovane chef aretino classe ‘99 che dopo l’esperienza del talent show di cucina più famoso d’Italia ha fatto della sua passione un lavoro.

Com’è stato essere un concorrente di Masterchef?

"E’ un’esperienza che dà tantissime possibilità e apre molte porte. Mi ha formato soprattutto dal punto di vista personale. Sono andato lì a vent’anni con zero esperienze di vita e più di tutto mi ha insegnato ad affrontare momenti di stress e di ansia".

E dal punto di vista professionale?

"Essendo un programma molto veloce e intenso, non c’è molto tempo per imparare. Dopo la fine del programma ho deciso di fare un’esperienza all’estero. Sono andato 4 mesi ad Amsterdam. Mi occupavo soprattutto della sala ma ho imparato molto stando a contatto con gli chef".

La scuola migliore per la tua cucina?

"Una volta andato in onda il programma, assieme ad altri 7 concorrenti ho girato l’Italia facendo eventi di sponsorizzazione di ristoranti. Ho imparato tanto stando a contatto con gli chef più diversi. Ancora adesso prendo ispirazione dai tanti professionisti con cui lavoro".

Ad oggi cosa fa esattamente?

"Finita l’esperienza in giro per l’Italia ho deciso di aprire partita Iva e mi sono registrato come chef privato. In due anni ho fatto molte collaborazioni nel territorio, specialmente in ambito turistico".

La sua esperienza più lontana da casa?

"Ho lavorato a un matrimonio indiano a Nuova Delhi, ma anche in Canada come chef privato. Quest’estate invece in Grecia. Sono collaborazioni che gestisco tramite agenzia, ma al momento mi sto più spostando verso la consulenza ristorativa, per l’apertura di nuovi locali".

La sua ultima fatica?

"Pochi giorni fa ho collaborato all’apertura di un locale in via Garibaldi, The glass. Mi piace lavorare con realtà giovani".

Qual è la sua idea di cucina?

"All’inizio puntavo molto sul gourmet e sullo stravagante. Poi mi sono orientato su uno stile tradizionale ma reinventato. Una cucina non complessa ma con un tocco fusion e uno stile di presentazione nord europeo".

Che rapporto ha con la tradizione del territorio?

"Prima ero meno consapevole di quello che offriva. Poi lavorando in Toscana e in Umbria ho scoperto molto del territorio, e ad ora mi sto affezionando sempre di più. Lo sto riscoprendo".

Da dove nasce la sua passione per la cucina?

"C’è sicuramente una figura che me l’ha trasmessa: mia nonna. Ma credo che sia qualcosa che avevo dentro. Mi sono avvicinato ai fornelli quando avevo 12 o 13 anni, ma nessuno mi aveva detto “vai a fare questo lavoro”. Poi Masterchef: una casualità. Mi sono buttato a fare il provino ma ero pronto a un rifiuto. Poi ho iniziato ad avere dei feedback positivi e ho capito che la cucina poteva essere un posto in cui dare sfogo a me stesso".

Il suo piatto più riuscito?

"Mi piace molto spesso fare la pappa al pomodoro rivisitata. Ognuno ha la sua ricetta ma la io la faccio semplice semplice: la impiatto con stracciatella, cavolo nero essiccato e aceto balsamico. Come se fosse una tartare".

Progetti per il futuro? Pensi a un locale tutto tuo?

"Ad ora non ci penso. Per adesso mi piace il mondo delle consulenze che è molto competitivo ma anche versatile. Così sono uno chef, ma non il classico chef che sta in cucina".

Come ci saluta?

"Con una ricetta per capodanno. Dimentichiamoci caviale, ostriche e tagli di carne a prezzi folli. Sulla tavola di capodanno, portiamo un piatto semplice e a basso costo, ma che gioca con le consistenze e i sapori".