
"Stiamo vivendo una vera e propria alimentazione nella nostra dieta: l’ambiente al centro dei consumi"
Agricoltura, medicina e salute: sono queste le tre parole chiave al centro dell’incontro che il dottor Pier Luigi Rossi, medico, nutrizionista e docente universitario, terrà con gli studenti di Castiglion Fiorentino. Ma più che una lezione, sarà un viaggio nel presente (e nel futuro) dell’alimentazione, tra riflessioni profonde e dati sorprendenti, con uno sguardo rivolto alla salute delle persone e del pianeta.
Dottor Rossi, ci anticipa di cosa parlerà agli studenti?
"Inizierò parlando di un grande cambiamento che stiamo vivendo: una vera e propria transizione alimentare. Dopo 15.000 anni di agricoltura e allevamento tradizionali, oggi ci troviamo di fronte a una produzione di cibo che avviene sempre più spesso senza terra e senza stalle. È un cibo che nasce in laboratorio, lontano dalla natura, e che spesso non è adatto al nostro corpo, soprattutto al nostro intestino, che è rimasto quello dell’età della pietra."
Una dissociazione, quindi, tra il corpo umano e ciò che mangiamo?
"Esattamente. Il nostro corpo continua a evolversi, anche nel piatto. Chi non riesce a digerire o metabolizzare i nuovi alimenti andrà incontro a patologie. È una selezione naturale che sta già avvenendo. Il punto è che la produzione agroalimentare si sta allontanando sempre di più dai bisogni fisiologici dell’essere umano."
Ci può fare un esempio concreto? "
La transizione proteica. Dobbiamo ridurre l’apporto di proteine animali a favore di quelle vegetali. Ma attenzione: non si tratta solo di scegliere tra carne e fagioli. È una questione globale. L’allevamento intensivo ha un impatto ambientale enorme: il 24% delle emissioni di gas serra deriva proprio da lì. Non possiamo più espandere gli allevamenti, e quindi si cercano nuove fonti di proteine, come insetti, batteri e preparati biotecnologici."
Mangiare, quindi, diventa un gesto politico e ambientale? "Assolutamente sì. Ogni nostro pasto ha un impatto. Mangiare è un atto ambientale. L’alimentazione incide più del settore dei trasporti e quasi quanto la produzione industriale in termini di inquinamento. Il Green Deal europeo lo ha capito: entro il 2050 dobbiamo raggiungere la neutralità climatica. Anche il cibo è parte di questa sfida."
Eppure i giovani sono bombardati da fast food, snack ultra-processati, cibo da scaffale… Qual è il suo consiglio?
"Distinguere tra cibo e prodotto alimentare. Una mela è cibo. Il succo di mela industriale è un prodotto. L’acqua è cibo. Una bibita gassata è un prodotto alimentare, con additivi, coloranti, edulcoranti. Più ci allontaniamo dalla natura, più perdiamo il contatto con il nostro corpo."
Un messaggio semplice ma difficile da applicare nella quotidianità...
"Lo so, ma dobbiamo ricostruire un’educazione alimentare. Guardi: oggi supermercati e farmacie stanno sotto lo stesso tetto. Invece di cambiare alimentazione, prendiamo un antiacido. Ma ogni alimento che entra nel nostro intestino lascia un segno. E il nostro intestino non è cambiato: è quello delle origini."
Parlerà anche di ossigeno durante l’incontro…
"Sì, è un concetto che porto avanti con forza. Ognuno di noi, per vivere, ha bisogno ogni giorno di centinaia di litri di ossigeno. Solo per respirare. Un albero adulto ne produce 15 litri al giorno. Questo significa che ogni persona ha bisogno di almeno 18-19 alberi attivi ogni giorno per vivere"
In fondo, agricoltura, medicina e ambiente sono tutti collegati.
"Esatto. L’agricoltura produce il cibo, la medicina studia l’effetto del cibo sul corpo umano, e l’ambiente risente delle nostre scelte alimentari. Se il terreno è povero di carbonio organico, i vegetali che ci crescono sopra avranno meno nutrienti. E noi, per compensare, ricorriamo agli integratori. È un ciclo perverso. Ma se ne può uscire."
Come?
"Con consapevolezza. Capendo che anche il nostro corpo ha una voce, che dobbiamo ascoltarlo. Siamo troppo presi dall’immagine, dai filtri, dai like, e abbiamo perso il contatto con la nostra realtà biologica. Insegnare ai ragazzi a conoscere il cibo, la sua origine e il suo effetto sul corpo è il primo passo per un futuro più sano. Per noi e per il pianeta."