LUCA AMODIO
Cronaca

Effetto dazi anche su mobili e legno. Pronta la contromossa delle imprese:: "Territorio e qualità al centro"

Parla Leonardo Fabbroni, presidente nazionale del settore di Confartigianato: "Ci sono problemi e soluzioni"

Gli effetti dei dazi sul settore del legno e del mobile

Gli effetti dei dazi sul settore del legno e del mobile

Il settore del mobile e del legno-arredo italiano si trova a fare i conti con una fase complessa, aggravata dal ritorno dei dazi imposti dagli Stati Uniti. Una sfida che impone al comparto una riflessione strategica profonda, fondata su due parole chiave: qualità e diversificazione dei mercati.

A dirlo è Leonardo Fabbroni, presidente nazionale di Confartigianato Legno e Arredo, che lancia un appello al settore affinché non perda l’occasione di rilanciare il proprio valore. "I numeri confermano il valore strategico della nostra filiera, un’eccellenza che coniuga artigianalità, design e capacità innovativa – sottolinea Fabbroni –. Di fronte alle difficoltà imposte dalla guerra dei dazi, le nostre imprese devono reagire puntando sulla qualità del prodotto e sulla diversificazione dei mercati. È proprio l’identità del Made in Italy, radicata nel territorio e proiettata nel mondo, che rappresenta la nostra forza competitiva più autentica".

Secondo i dati aggiornati al 2024, in Italia operano 51.497 imprese nel comparto legno-arredo, di cui il 64,6% è costituito da imprese artigiane. La suddivisione mostra una forte presenza nel settore del legno (57,4% delle aziende totali), con 20.978 realtà artigiane (il 71% del totale del comparto legno), mentre nel mobile si contano 21.931 imprese, di cui 12.302 artigiane (il 56,1%).

Nonostante le difficoltà, alcuni mercati esteri hanno mostrato segnali di tenuta o persino di crescita. Tra i dieci principali mercati di destinazione – che da soli assorbono il 65,7% dell’export totale del mobile italiano – spiccano gli Emirati Arabi Uniti con un incremento del 23,4%, seguiti dalla Polonia con +16,9%. Crescite più contenute per Stati Uniti (+1,2%) e Spagna (+0,9%). L’imposizione dei dazi e l’instabilità economica globale rendono sempre più strategico il concetto di diversificazione dei mercati.

Il piano d’azione per l’export italiano nei mercati extra-UE ad alto potenziale individua sette aree chiave: America Latina, Sud-Est Asiatico (ASEAN), Turchia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Nord Africa e Africa subsahariana.

Nel 2024 l’export verso queste aree ha toccato 1,2 miliardi di euro, superando perfino il valore delle esportazioni verso la Germania, tradizionalmente tra i principali partner commerciali del settore. La crescita, pari al +2,3%, indica la strada per il futuro: esplorare nuovi mercati, ampliare la rete commerciale, consolidare la presenza del Made in Italy anche al di fuori dei tradizionali confini europei.