Dory d'Anzeo
Cronaca

Effetto virus, i pullman turistici restano in garage: allarme Moretti

Tutte le gite annullate. «Mesi di lavoro alle ortiche, sei mesi così e dopo 40 anni le Autolinee chiuderebbero». «Enfatizzati troppo alcuni aspetti, gente chiusa in casa»

Le autolinee Moretti

Arezzo, 27 febbraio 2020 - «Se ho avuto qualche disdetta? Qualche? Guardi, ho il 100% del parco auto fermo». La voce al telefono di Fabio Moretti – quarta generazione di una famiglia di autotrasportatori, titolare dell’azienda che porta il suo congome – tradisce uno stato d’animo a metà tra lo sconforto e la voglia di reagire alla situazione con ironia. Da quando è iniziata l’emergenza dovuta al diffodersi, al Nord, del coronavirus, nessuno ha più voglia di spostarsi e sul settore piovono disdette su disdette.

«Domenica – continua Moretti – avremmo dovuto accompagnare un gruppo a Perugia e uno a Roma, invece niente. Stessa cosa per un altro viaggio a Modena. Si è fermato tutto, è una bagno di sangue». Al settore gran turismo non ha giovato la sospensione delle gite scolastiche e anche il rinvio delle partite di calcio ai vari livelli: il tutto si è tradotto in un danno di dimensioni enormi per le imprese dei trasporti. 

Un danno quantificabile? Moretti ci prova: «Direi che allo stato abbiamo perso un 30-40% , ho sentito anche altri colleghi e siamo tutti sulla stessa barca. Stiamo buttando alle ortiche mesi di lavoro».

Una situazione che, secondo Moretti, poteva essere evitata: «Se da una parte è giustissimo prendere precauzioni per evitare che il virus si diffonda ancora di più, dall’altra c’è stata una comunicazione che ha enfatizzato, a mio avviso in maniera esagerata, alcuni aspetti, con il risultato che la gente è entrata nel panico.

Penso che senza allarmismi, l’Italia non si sarebbe fermata ma sarebbe andata avanti e questo disastro non sarebbe successo». La sfida ora è arrivare alla fine dell’emergenza: «Abbiamo ancora in piedi i viaggi che partono il 22 marzo e qualcosa il 15, sempre del prossimo mese. Siamo praticamente fermi da un mese, gli unici che ancora arrivano sono i turisti americani.

Ma ci saranno ancora degli arrivi, visto che gli altri Stati hanno iniziato a sconsigliare i viaggi in Italia? Per capire la situazione: lo scorso anno a quest’ora avevo già tutto il parco auto fuori, tra gite e spostamenti a vario titolo. Adesso siamo completamente fermi.

Da qualche parte avevo sentito che tali misure restrittive sarebbero durate sei mesi. Beh se davvero accadesse una cosa del genere, sarei costretto a chiudere l’azienda». 

La situazione non è semplice nemmeno dal punto di vista dei dipendenti: «Qui in azienda abbiamo sette dipendenti, otto con me. Per ora stiamo provando a tirare avanti alla giornata, stiamo smaltendo le ferie. Se la cosa dovesse protrarsi per molto tempo, però, non so come potremmo fare». 

Insomma, restando in tema di trasporti per il momento le aziende non possono fare altro che navigare a vista, sperando che l’emergenza rientri al più presto: «Resto convinto che non ci sia bisogno di chiudersi in casa e non muoversi più, probabilmente se chi di dovere lanciasse più messaggi positivi, le persone capirebbero che tutta questa paura è esagerata».

Un altro settore in ginocchio, e non è l’unico in questo clima di emergenza, e la crisi di questi giorni rischia di avere ripercussioni pesanti su tutta la stagione.