
STABILIMENTO COSTER
Arezzo, 9 maggio 2023 – «Sto cercando ormai da mesi trenta persone da assumere e non le trovo». Da imprenditore, Roberto Banelli è abituato a non mollare e, di fronte alla difficoltà, si attrezza come può. Nel suo target ci sono operai specializzati in «elettronica e informatica», eppure l’offerta di lavoro, per ora, gira a vuoto e l’alternativa è un corso accelerato in azienda.
«Se non arrivano operai qualificati, prendiamo anche chi non ha competenze specifiche e lo formiamo in azienda. Abbiamo la nostra Academy per selezionare i futuri dipendenti», spiega l’imprenditore al timone dell’azienda che produce schede elettroniche: dai sistemi di sicurezza, al trasporto ferroviario, al settore medicale.
Due milioni di pezzi all’anno per oltre mille tipologie diverse. Ultima frontiera è lo spazio: Mb Elettronica fa schede elettroniche per satelliti che l’industria aerospaziale italiana manda in orbita. Nello stabilimento di Camucia, in provincia di Arezzo, lavorano 330 persone e 45 nella fabbrica di Milano.
Un fatturato che si aggira sui cento milioni di euro nel 2023, cresciuto del 50% rispetto al 2022 e ordini dall’Italia e dall’estero (Cina compresa) da mettere in produzione. «Per questo abbiamo bisogno di attivare nuovi contratti».
Nell’Academy aziendale i candidati affrontano un percorso di 15 giorni, «il tempo necessario per valutare se la persona ha attitudini conformi alle nostre esigenze, anche se non ha qualifiche. Poi scatta l’assunzione e la formazione interna secondo step previsti», spiega Banelli. Tuttavia, il numero finale non regge il fabbisogno: «Riusciamo a selezionare tra 5 e 7 operai, ma non basta».
E infatti il numero 30 per Banelli sta diventando quasi un’ossessione. Più in generale, il fenomeno che impatta sulla maggior parte delle imprese segnala il paradosso del lavoro che c’è e la carenza di chi lo fa.
Il motivo Banelli prova a spiegarlo guardando all’esperienza sul campo: «Fino a quando i genitori orienteranno i figli solo ed esclusivamente verso i licei, il risultato non potrà che essere questo. Dagli istituti professionali ogni anno esce un numero di diplomati con indirizzi tecnici richiesti dalle aziende che hanno ordini in aumento, sempre troppo inferiore alla richiesta», è lo sfogo dell’imprenditore che investe anche in ricerca. «In particolare, realizziamo centraline per le porte dei treni e radiotelefoni per le forze armate».
Banelli rivendica un traguardo: la metà dei 330 dipendenti sono donne. «Lavorano al banco, saldano e sono più metodiche e precise degli uomini ai quali, invece, affidiamo compiti sui macchinari o per i collaudi». Nell’azienda fondata dal padre Francesco nel 1961, l’età media dei collaboratori è di trenta anni.
Come i trenta lavoratori che, ironia della sorte, vorrebbe assumere ma non trova.