Niente elezioni sul colle più alto, quello dove svettano i palazzi di Comune e Provincia. Se per scegliere il successore del sindaco Alessandro Ghinelli gli aretini saranno chiamati alle urne nel 2025, ora il giro di boa riguarda il consiglio provinciale in scadenza a dicembre. Passaggio elettorale disgiunto da quello del voto per il presidente della Provincia: Alessandro Polcri (nella foto) è stato eletto un anno fa. Ora tocca ai consiglieri che compongono il parlamentino. Ma a mettere l’ipoteca sulle elezioni, c’è l’ok della conferenza Stato-Città che proprio ieri ha condiviso un orientamento interpretativo della norma (legge 5614) sul rinvio delle elezioni per le Province nelle quali oltre il cinquanta per cento di sindaci e consiglieri comunali andranno a rinnovo nella primavera del 2024. Tradotto: se sindaci e consiglieri comunali chiamati a scegliere la composizione della nuova assemblea provinciale, sono alle ultime battute del loro mandato, meglio posticipare le urne dell’elezione di secondo livello, a dopo il test per le amministrative. La nostra provincia rientra a pieno titolo nel range perchè a giugno si vota in ventisei dei trentasette comuni aretini. Secondo l’intesa che ha messo tutti d’accordo in Conferenza Stato-Città, le quarantuno Province interessate all’applicazione della norma - compresa quella aretina - dovranno andare ad elezioni entro 45 giorni dalla proclamazione degli eletti del turno amministrativo comunale. Dunque se ne riparla a settembre, se tutto va bene, oppure in autunno.
Gli effetti politici del rinvio sulla maggioranza in Provincia? Se l’orientamento sarà confermato, di fatto il presidente Polcri ha davanti a sè una navigazione tranquilla almeno per un altro anno con la maggiorparte del centrodestra a fare quadrato attorno al suo mandato.
Tutti, tranne la Lega che non ha sposato la linea degli alleati, al punto da "sacrificare" sull’altare della coalizione lo scranno conquistato alle elezioni. Il paradosso è che il voto di una consigliera ex Lega tiene a galla, come una boa, la navigazione di Alessandro Polcri, uscito indenne da una bufera forza 11. Ma la maggioranza di centrodestra ha bisogno di consolidare una sua compattezza, perché dietro l’angolo c’è la partita, non di secondo piano, delle amministrative di giugno. E il primo ring sul quale le sorti della coalizione dovranno ritrovare una loro coesione potrebbe essere Cortona. Fratelli d’Italia non nasconde i mal di pancia su un semaforo verde a un secondo mandato Meoni, ma il sindaco uscente nasconde ancora peggio l’intenzione di ricandidarsi comunque, anche solo con una sua lista. Il vicepresidente del consiglio provinciale Nicola Carini (Fdi) punta alla successione fin dalla fine del primo mandato. E i numeri, forte di un partito che veleggia poco sotto il 30%, sarebbero dalla sua parte. Ma alla fine potrebbero prevalere non le ragioni di stato ma quelle della coalizione. Se la Lega dovesse reclamare come proprio quello scranno nobile in cima a Cortona ben difficilmente la prova di forza sarebbe portata in fondo. Contribuendo a rimarginare la ferita che si è aperta in Provincia e che vede la Lega fuori dalla sala macchine almeno per un altro anno.
Lucia Bigozzi