E’ un’artista e anche un orgoglio aretinoElisa Zadi, nata ad Arezzo e diplomata al Liceo Artistico "Piero della Francesca" e poi all’Accademia di Firenze, dove oggi è docente, ha esordito nel 2005 con una serie di autoritratti nella mostra "Gente del Mugello", curata da Adriano Bimbi e da Giuseppe Cordoni presso Villa Caruso a Lastra Signa. Nel 2012 l’assessorato alla cultura di Arezzo inserì Elisa Zadi nel progetto Incontemporanea, che era finalizzato a promuovere giovani artisti. La Zadi con la curatela di Daniela Meli fu protagonista di "Lo Spazio abitato", che segnò un punto di partenza per la ricerca che ha poi portato avanti negli anni, arrivando oggi con successo alla personale "Mondi possibili", visitabile a Palazzo Dantini a Prato fino al 27 febbraio e curata da Marco Botti, anch’egli critico e giornalista aretino.
"Mondi possibili alla Leibniz, ma mondi di verità. Concentrata sull’esigenza del fare", scrive Botti, Elisa Zadi che dal 2013 è segnalata tra gli artisti emergenti nel Catalogo dell’Arte Moderna Mondadori e vanta prestigiose collaborazioni e partecipazioni, è stata vincitrice di premi importanti, facendo sì che il suo modus operandi si manifesti nella creazione.
La sua ricerca artistica esplora discipline diverse, dalla pittura all’installazione e alla performance, oltre che poesia. Molto spesso la Zadi genera opere che sono il risultato della loro unione, creando forme d’arte interattive. Tema di fondo è l’introspezione, insieme all’indagine dell’essere umano dal punto di vista antropologico e simbolico.
Dalla figura umana, soprattutto femminile, aspetto dominante dal 2008, la Zadi dal 2103 inizia ad affrontare serie di opere pittoriche-installative di grande formato e dal 2015 affronta invece la figura umana come "la sua essenza" con opere-vestiti incentrate nella continua ricerca di materiali.
Liletta Fornasari