Arezzo, 21 novembre 2024 – “La parte alta di un reattore in fase di lavoro è scoppiato, non sappiamo perché, è salito verso l’alto, ha sfondato il tetto con forza e ha reciso una parte delle linee della corrente. Fortunatamente non c’è stato nessun ferito, ci sono stati danni ma speriamo di poter ritornare al lavoro da domani. Poi dentro ci sono detriti ma il resto dell’impianto non ha riportato problemi”. Commenta così l’accaduto Livio Serradura, uno dei tre amministratori della Safimet di San Zeno. “Verranno fatte delle verifiche con i vigili del fuoco e le forze di polizia ma siamo tranquilli, le autorità faranno i loro controlli per verificare eventuali anomalie”, ha proseguito Serradura proprio davanti all’azienda, un’oretta dopo l’esplosione.
La dinamica di quel che è accaduto deve ancora essere chiarita, il nodo da sciogliere rimane capire la causa (o le cause) che hanno portato all’esplosione. Per questo sono al lavoro i tecnici dell’azienda insieme al personale della prevenzione igiene e sicurezza dell’Asl e ai vigili del fuoco. Quel che è certo è che il boato è partito dal reattore della caldaia principale, quello che governa gran parte del processo di raffinazione dei metalli e in particolare dell’oro. Per come è configurato l’impianto l’esplosione si è indirizzata verso l’alto e non lateralmente dove invece lavoravano diverse decine di dipendenti che altrimenti avrebbero potuto riportare conseguenze ben più gravi dei tre codici verde che è il bilancio finale dei fatti.
L’esplosione ha divelto il tetto dello stabilimento e ha tranciato anche alcuni fili della linea elettrica. Anche le vetrate dell’azienda sono andate in frantumi. L’azienda ha riportato gravi danni e ancora la linea elettrica che mette in modo la produzione è ko. Per questo motivo il lavoro era ancora fermo nella giornata di ieri. La speranza è di ricominciare oggi. Anche altre utenze sono rimaste senza luce nei paraggi della frazione aretina ma la corrente è ritornata nel giro di qualche ora.
L.A.