“Esproprio non corretto”, dopo 50 anni il Comune pagherà 800mila euro al proprietario

Arezzo, i fatti risalgono al 1973 quando l’amministrazione individuò un’area dove costruire una scuola. Ma qualcosa andò storto nella procedura di esproprio e nacque il contenzioso. A distanza di tutti questi anni è stato raggiunto l’accordo fra le parti

Un terreno espropriato (Foto d'archivio)

Via ai lavori in un terreno espropriato (Foto d'archivio)

Arezzo, 6 novembre 2024 – Ci sono voluti 50 anni per mettere la parola fine a una querelle tra il Comune di Arezzo e un cittadino, sull'esproprio di un terreno per edificare una nuova scuola. Pratica chiusa con un accordo tra le parti e una transazione da 800mila euro al proprietario, con la soddisfazione del Comune che rischiava "un pagamento di oltre 4 milioni".

I fatti risalgono al 1973, negli anni del boom e dello sviluppo. L'attenzione ad Arezzo era rivolta in particolare nella zona di Tortaia dove, dopo la nascita di palazzi e strutture varie, fu individuata un'area dove costruire la scuola. Qualcosa andò storto nella procedura di esproprio e nacque un contenzioso tra i proprietari del terreno e il comune di Arezzo che ha attraversato epoche storiche diverse e varie amministrazioni, approdando anche alla Corte europea, e che ha trovato una sua soluzione solo di recente grazie a un accordo tra le parti. Al proprietario spetterà la cifra di 800mila euro perché quella procedura, si legge nelle motivazioni dell'accordo, fu frettolosa e non corretta.

Sull'epilogo della vicenda si registra la nota dell'assessore all'urbanistica del comune di Arezzo Francesca Lucherini: "Due erano le opzioni che si profilavano, a fronte di una richiesta dei proprietari di 4.300.000 euro quale indennità d'esproprio mai corrisposta a suo tempo e adeguata evidentemente al valore attuale: proseguire con i ricorsi, rinviare l'esborso ma rischiare di perdere anche in sede amministrativa. Alla fine è stato raggiunto l'accordo per una transazione. La pratica è stata ratificata nel corso dell'ultimo consiglio con un risparmio sostanzioso".

Se il Comune non avesse pagato, l'area sarebbe dovuta tornare nella disponibilità dei privati nelle condizioni in cui era 50 anni fa, ossia un terreno libero a seguito della demolizione dell'intera struttura.