Arezzo, 30 marzo 2022 - A favor di telecamera mostra kalashnikov (fasulli), sciabole e mazzette di banconote «il duro lavoro ripaga sempre», posta sui social. Non per niente Rakia Walid, 20 anni compiuti a gennaio, nato a Bassano del Grappa, ma boss – secondo l’accusa – di una baby gang ad Arezzo che si identificava con il codice postale della città (52100), si faceva chiamare «Montana», come l’Al Pacino di Scarface, a capo di un impero di droga. Lui invece si dedicava alla musica trap, molti dei video in rete sono girati proprio ad Arezzo, in compagnia del suo gruppo di ragazzini fedelissimi.
Da lunedì sera è nel carcere di Sollicciano: gli investigatori hanno impiegato ore per rintracciarlo e arrestarlo in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Giulia Soldini su richiesta della procura diretta da Roberto Rossi. Con lui sono indagati undici minorenni che avrebbero estorto denaro a ragazzini, vittime pescate a caso nella serate di Arezzo: li avrebbero picchiati e rapinati per prendere soldi e cellulari ma anche per l’insana deriva del comando attraverso la violenza, in particolare in piazza Sant’Agostino. «E’ stato capace di far presa su un numero elevato di ragazzini che lo seguono incondizionatamente», annota il gip Soldini. Il gruppo di Walid – secondo l’ordine di arresto – voleva «affermare una sorta di egemonia criminale nel territorio di Arezzo».
Del suo gruppo – non per niente – faceva parte anche il ragazzino che nella zona delle scale mobili Petri si accanì contro il minorenne non vedente che tentava di difendere un amico dalla furia del branco e, nel settembre scorso finì in comunità per ordine del tribunale dei minori di Firenze. Ma le scorribande di Walid erano note agli investigatori già prima e, per tutto il 2021, hanno segnato continui episodi che la procura ha riunito in un unico procedimento che ha fatto scattare le manette. A maggio 2021, in concorso con un sodale minorenne prese a pugni una ragazzino per rubargli gli auricolari wireless della Bose e un cellulare, a dicembre con altri baby compagni costrinse un ragazzino a consegnargli una somma di denaro per restituirgli il telefonino e dietro la minaccia che l’avrebbe altrimenti «sgozzato» con il coltello che aveva con sè.
O almeno diceva di averlo, testimoniò la vittima, terrorizzata dinanzi ai poliziotti. L’aggravante – secondo la procura – era quella di dimostrare il ’controllo criminale’ nella zona di piazza Sant’Agostino dove stazionava insieme alla banda che capeggiava, tra i quali gli stessi autori del furto del cellulare Ancora il 25 giugno solo per far capire chi ’comandava’ in zona il ventenne e altri due minori avrebbero pestato un coetaneo, e pure il giorno seguente. Ancora vessazioni il 9 settembre: il 10 settembre la minaccia alla vittima di turno sarà fatta con l’uso di coltelli. Alla vigilia del Capodanno, mentre Arezzo è stretta ancora nella morsa del Covid, Walid avrebbe «sfidato» un ragazzo che camminava lungo via Roma minacciandolo con un palo metallico. L’ultimo drammatico episodio di violenza attribuito alla sua gang è datato febbraio 2022: stavolta è piazza Guido Monaco il teatro della violenza proprio davanti ad un locale. Dove il ventenne – secondo la ricostruzione accusatoria – prende per il collo un ragazzino, lo trascina al cospetto della banda. Un cazzotto per farlo finire in terra, il collo rotto di una bottiglia per intimorirlo e rapinarlo del portafoglio che custodiva nello zaino.
Dopo un anno di indagini, testimonianze e accertamenti condoti anche attraverso i social, squadra mobile e agenti della polizia municipale di Arezzo hanno stretto il cerchio intorno alla baby gang consentendo al pm Julia Maggiore di chiedere e ottenerne l’arresto. Secondo il giudice, se libero, il ventenne può reiterare la condotta a fronte della «pericolosità sociale» manifestata. Walid è difeso dall’avvocato Piero Graverini e, nelle prossime ore, sarà sottoposto all’interrogatorio di garanzia.