
di Laura Lucente
Maxi tegola giudiziaria sulla testa dei vertici del gruppo Maccaferri proprietaria a Castiglion Fiorentino dell’area dove sorgeva fino a qualche anno fa lo zuccherificio. L’ipotesi di reato è quella di bancarotta fraudolenta per una cifra pari a 57,6 milioni di euro. Nel registro degli indagati sono finiti tutti gli apici della holding Seci (Società esercizi commerciali e industriali). Ieri mattina la guardia di Finanza di Bologna su richiesta della Procura di Bologna, ha eseguito il sequestro all’intero capitale della "Sei spa", società riconducibile agli azionisti della "Seci spa" (Maccaferri).
Le indagini del nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, oltre ad avere evidenziato "la preesistenza di una condizione di incapacità economica di Seci spa – spiega la Procura – si sono incentrate su un’operazione di scissione risalente al 2017 in virtù della quale numerosi asset immobiliari e partecipativi sono stati trasferiti in favore della neocostituita Sei spa: estranea al ‘gruppo Maccaferrì, ma il cui capitale sociale è interamente detenuto dagli indagati". La Seci Spa, aveva presentato istanza di fallimento il 3 marzo scorso. È la "bancarotta fraudolenta per distrazione" l’accusa che viene contestata. Una vicenda che tocca da vicino anche Castiglion Fiorentino dove il gruppo Maccaferri è ancora proprietaria dell’ormai dismesso zuccherificio dell’Eridania. Il sito ha superficie complessiva di circa 120 ettari tra l’area dove si trovava lo stabilimento, le vasche melme e le aree occupate dai bacini.
Una zona attualmente abbandonata seppur in questi anni la società aveva avviato una bonifica riqualificativa, ancora però, non completa. Sul futuro dell’area ci sono da tempo moltissime incertezze. Dopo gli anni d’oro in cui (dal 1962 al 2005) l’industria aveva avuto il suo pieno sviluppo (con 300 dipendenti tra fissi e avventizi), era arrivata la profonda crisi del settore dopo la riforma comunitaria del settore bieticolo-saccarifero del 2006,c he aveva fatto chiudere 11 dei 19 stabilimenti italiani Eridiana.
La società aveva tentato di riconvertire lo stabilimenti in una centrale a biomasse trovandosi contro prima gli ambientalisti, insieme ai comitati cittadini, poi anche gli amministratori locali tra cui i sindaci di Castiglion Fiorentino, Cortona e la stessa provincia di Arezzo. Dopo 10 anni di battaglie legali era calato il sipario sulla riconversione. La Maccaferri, sulle riconversioni degli zuccherifici aveva investito tempo e denaro delineando anche il suo lento declino. Oggi la bomba giudiziaria si abbatte sul gruppo. In attesa degli sviluppi