
Fabianelli, il pastificio dei record È già campione dell’export 2023
di Luca Amodio
La Fabianelli campione dell’export 2023. Lo storico pastificio castiglionese ancora una volta si fa largo nella classifica dei best players dell’export 2023, realizzata dal Sole 24 Ore e Statista, e sfiora la top 100 della classifica che raggruppa le 250 aziende italiane con il maggior tasso di export nel 2021. Il pastificio di Castiglion Fiorentino, da sempre radicato nel territorio ma sempre più proiettato verso l’esterno in una dimensione internazionale, vanta una quota di export di oltre il 75%: cioè più di tre quarti del suo fatturato dipende da pasta commercio con l’estero (12 milioni e mezzo su 16 e mezzo). Nella classifica dei big dell’export si prende così la 101esima posizione, che significa però il primo posto tra le aziende aretine.
Segue la Tera Automatication, l’azienda di robotica e Automation Technology di Poppi, al 131esimo posto. E’ il secondo anno consecutivo per la Fabianelli che arriva il riconoscimento e per il 2022 le cose potrebbero andare ancora meglio visto che la quota di export raggiungerà circa l’80% del fatturato complessivo, ci anticipa Luca Fabianelli amministratore delegato dell’azienda.
"Un grande risultato possibile soprattutto grazie all’innovazione continua dei metodi di produzione all’acquisizione di certificazioni fondamentali per l’export, oltre che alla tracciabilità e qualità delle materie prime utilizzate per le nostre linee di pasta", spiega Fabianelli che ha ha anche la delega all’export. In particolare è il brand "Pasta Toscana", il brand con 100% grano duro proveniente da una filiera certificata composta da agricoltori toscani ad esser stata l’ambasciatrice dell’attaccamento della famiglia Fabianelli alla propria terra in tutto il mondo.
Il pastificio di Castiglion Fiorentino vende i suoi prodotti in 70 paesi,soprattutto negli Usa, in Medio Oriente e nel Sud est Astico, e, come anticipato, anche per l’anno appena trascorso i risultati sono stati ottimi, nonostante la crisi internazionali. "Non ci siamo mai fermati, anche quando il costo dell’energia aveva raggiunto i mille euro a megawatt nel marzo scorso, contro i 52 dell’anno precedente, non abbiamo smesso di produrre: non abbiamo fatto alcun passo indietro perché avrebbe significato perdere mercato e perdere clienti" conclude Fabianelli.