LUCIA BIGOZZI
Cronaca

"Faccio il test per gli amici perduti". Screening, sale l’allarme in caserma. Un vigile racconta il suo sì alle analisi

Bindi commosso: "Antonio era il mio catechista, Mario era come un padre, Maurizio un esempio". I casi emersi a Matera fanno suonare il campanello d’allarme: occhi aperti sulle tracce di Pfas. .

Bindi commosso: "Antonio era il mio catechista, Mario era come un padre, Maurizio un esempio". I casi emersi a Matera fanno suonare il campanello d’allarme: occhi aperti sulle tracce di Pfas. .

Bindi commosso: "Antonio era il mio catechista, Mario era come un padre, Maurizio un esempio". I casi emersi a Matera fanno suonare il campanello d’allarme: occhi aperti sulle tracce di Pfas. .

"Ho aderito al test per rispetto ai miei colleghi che non ci sono più e alle famiglie che portano avanti una battaglia sacrosanta". Andrea Bindi nelle prossime ore si sottoporrà al prelievo del sangue previsto dal protocollo messo a punto dall’università di Bologna che con il comando regionale dei vigili del fuoco dell’Emilia Romagna e il dipartimento nazionale ha avviato un programma scientifico per capire se ci sono correlazioni tra le morti dei quattro vigili del fuoco aretini, colpiti da un tumore cerebrale molto aggressivo, e il Pfsas, una sostanza nociva forse nascosta tra i dispositivi in dotazione. Un sospetto tutto da verificare.

Lui è uno dei venticinque pompieri aretini che hanno aderito ai test (su base volontaria), insieme ad altri trecento colleghi dell’Emilia Romagna. E adesso che ai casi aretini se ne aggiungono quattro di colleghi in servizio a Matera, non nasconde preoccupazione, anche se prevale la determinazione ad "andare fino in fondo per accertare la verità".

Perchè fin da subito "la casualità ci è sembrata strana e il fatto che siano stati segnalati casi analoghi anche a Matera, indica che non è più un problema della caserma aretina bensì una questione di carattere nazionale".

A segnalare altre morti sospette è stato il segretario generale del sidnacato Conapo, Marco Piergallini in una nota inviata al ministro dell’ Interno Piantedosi, al sottosegretario Prisco e ai vertici del Dipartimento dei vigili del fuoco. "Non possiamo più parlare di coincidenze. Se dopo Arezzo ora emergono nuove segnalazioni da altre province, è chiaro che siamo davanti a un possibile rischio sanitario nazionale per i vigili del fuoco".

Bindi, al timone del sindacato aretino rilancia: "Chiederemo indagini anche su altri aspetti che riguardano il nostro lavoro. Siamo felici che si facciano accertamenti sul Pfsas e apprezziamo la disponibilità del nostro comandante per il programma di verifiche già avviato. Dal punto di vista professionale e umano si è reso disponibile a tutto campo".

Conosceva molto bene Antonio Ralli, Maurizio Ponti e Mario Marraghini ed è "grato alle famiglie perchè la loro determinazione a perseguire la verità ha messo in moto la macchina degli approfondimenti scientifici. Sono al loro fianco in questa battaglia".

Dei tre pompieri uccisi dal glioblastoma tra il 2022 e il 2023 conserva ricordi molto cari, perchè hanno rappresentato una fase importante della sua vita, una fase di formazione.

"Antonio era il mio catechista, l’ho conosciuto fin da piccolo, lo vedevo giocare a pallone era il mio idolo, sognavo di poter diventare come lui. Ed è stato proprio Antonio a trasferirmi la passione per il mio lavoro nei vigili del fuoco. Mario è stato come un padre: era il capoturno del turno D, lo stesso dove lavoro tuttora e Maurizio un grande amico. Per me sono stati anzitutto amici, poi sono diventati esempi nel lavoro e sul piano umano. Adesso sono tre simboli. Ed è proprio nel loro nome che questa battaglia non si fermerà".