Salvatore Mannino / Sergio Rossi
Cronaca

Fanghi dell'alluvione all'interporto: undici indagati, anche nomi eccellenti

Avvisi alla presidente del Consorzio di Bonifica e al capo della protezione civile comunale. Accusa? «Smaltimento illecito di rifiuti speciali pericolosi e non»

I fanghi dell'alluvione

I fanghi dell'alluvione

Arezzo, 30 maggio 2020 - L’area dell’interporto di Indicatore nel mirino dei carabinieri forestali in servizio alla procura. L’ennesimo blitz sul fronte dei rifiuti è arrivato in relazione delo stoccaggio all’interporto dei fanghi raccolti dopo la disastrosa alluvione di luglio. Undici persone sono state colpite da avvisi di garanzia con l’ipotesi di reato su cui indaga il pubblico ministero Laura Taddei: gestione illecita di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, creazione di una discarica abusiva.

Ci sono anche nomi importanti nell’elenco degli avvisati tra cui il responsabile comunale della protezione civile Giovanni Baldini, la presidente del Consorzio di Bonifica Alto Valdarno Serena Stefani, il direttore della stessa struttura Francesco Lisi, il responsabile del Genio Civile Valdarno Superiore Leandro Radicchi.

Diverse le posizioni: Baldini, e con lui la dirigente comunale Serena Chieli (direttrice della manutenzione) sono soggetti passivi in quanto l’area di Indicatore è di proprietà del Comune di Arezzo: non avrebbero controllato la qualità degli scarti stoccati all’interporto. Gli incaricati dello stoccaggio stesso erano invece il Consorzio di Bonifica e il Genio Civile che, secondo l’ipotesi su cui si fonda l’indagine, avrebbero dovuto distinguere da rifiuto a rifiuto.

Nei fanghi, infatti, erano finiti anche resti di eternit. Ma nella piena emergenza del periodo, quando si trattò di recuperare tonnellate e tonnellate di rifiuti e subito dopo procedere allo stoccaggio, non fu evidentemente fatta la scrematura anche se l’inevitabile concitazione del momento può sspiegare l’accaduto.

In ogni caso è scattata l’inchiesta con undici indagati: insieme a Baldini, Chieli, Stefani, Lisi e Radicchi, figurano anche il funzionario della Regione Giovanni Massini e cinque responsabili delle ditte che eseguirono materialmente lo stoccaggio: Enzo Acciai, Simone Ragazzini, Giacomo Ragazzini, Simone Baldini.

Sotto sequestro sono ovviamente finiti i fanghi dell’interporto che hanno di fatto, nell’ipotesi accusatorio, originato una discarica abusiva. L’area è abbandonata e più volte è stata oggetto di proteste da parte dei residenti, anche per le trappole che in essa si trovano, vedi profonde buche dove un bambino potrebbe precipitare. Ma questa è un’altra storia che seguirà adesso un preciso iter giudiziario sotla la direzione della pm Taddei.