di Serena ConvertinoAREZZOMentre parla, Fabio (il nome è di fantasia) guarda fisso in alto, verso il tabellone luminoso che ogni tre minuti estrae i numeri fortunati. Non lo molla un attimo. In mano ha quattro bigliettini rossi, ognuno con una puntata da un euro sui tre numeri che tra poco usciranno su quel tabellone luminoso. "Mi sono trasferito da Sanremo. Ho sempre giocato al casinò, andavo fino a Nizza e Montecarlo. Il gioco mi piace e mi diverte, ci passo molto tempo dopo il lavoro. Diciamo che sono fisso qui tutti i giorni" ammette Fabio. "Ho tanti amici che lo fanno, qualcuno si è anche rovinato e si è venduto la casa. Io non lo farei mai, mi do un limite da giocare, e se va va, altrimenti pazienza, non forzo la mano". Non fa in tempo a finire la frase che si accorge si accorge di aver vinto l’estrazione dei primi tre numeri. Ha giocato un euro e ne ha vinti poco più di due. Il tempo di smaltire l’euforia che è subito il momento di un’altra giocata. "Certo che se avessi puntato di più, a quest’ora...". Siamo alla tabaccheria Petrarca che, come spiega il titolare Anthony, è un po’ il centro nevralgico del gioco in città. Un via vai di giocatori continuo.
Tra chi si ferma e chi entra ed esce non c’è un momento vuoto: il bancone, mai libero dalla polvere dei grattini. Quello che dice Tony è un po’ il sentire comune delle ricevitorie del centro. E cioè, in città, come in tutta Italia, si gioca tanto e sempre di più. "I numeri sono in crescita da venti o trent’anni, soprattutto sotto le feste" spiega Tony, "indipendentemente da cosa si dica, giocano tutti. È un po’ quello che facciamo fin da piccoli, no? Giocare". Chi tenta la fortuna si affida soprattutto ai gratta e vinci. Sono di ogni tipo, e per ogni cifra, ma quello che va per la maggiore è il famosissimo Turista per sempre da 5 euro. Anche nelle ricevitorie e nei punti lotto più piccoli i giocatori sono tanti e in continuo afflusso. Fare le domande ai titolari è un po’ fare lo slalom tra un biglietto e un altro. Enzo, dalla tabaccheria di metà Corso Italia, dopo vent’anni dietro al bancone di vetro, conferma un trend di gioco sempre positivo: "C’è anche chi sta qui dentro mezz’ora o un’ora. Vediamo qualche centinaio di persone ogni giorno, durante tutto l’anno e soprattutto per le feste".
Se a giocare sono un po’ tutti, un segmento più attivo comunque c’è: "Chi acquista più biglietti sono soprattutto donne dai 50 in su, specialmente pensionate. Ci sono quelle 10 o 15 facce più viste, ma chiunque entra e compra una schedina da giocare". C’è anche chi per questa stagione, di biglietti, non ne ha ordinati abbastanza. Come Vincenzo, dalla ricevitoria della stazione: "Abbiamo fatto un ordine di emergenza proprio oggi perché avevamo finito tutto. Sotto le feste la gente spende di più, e la Lotteria Italia anche quest’anno è andata molto bene". Quali sono i numeri? "L’ultimo ordine che abbiamo potuto fare era il 20 dicembre e i biglietti ci sarebbero dovuti bastare fino al nuovo invio del 6 gennaio. In realtà ci sono mancati almeno 6 o 700 biglietti. Ne avevo ordinati 350 in base agli anni scorsi ma questo dimostra che si tratta di un gioco in crescita, senza dubbio". Di giocatori eccezionali Vincenzo ne ha visti un bel po’: "C’è anche chi spende 4000 euro tutti insieme. Sono casi isolati ma esistono, e non perdono neanche un giorno per giocare". Tanti anche i turisti che, proprio perché di passaggio, tentano la fortuna da un rivenditore fuori porta.
Biglietti da tutti i prezzi e giocatori di tutti i tipi e di tutte le età: con l’euforia delle piccole vittorie e lo sconforto per i tentativi mancati. I sei biglietti vincenti, ad Arezzo, di questo 6 gennaio, sono una goccia nel mare del gioco quotidiano e incessante che tiene incollati a schermi e grattini gli italiani, i toscani e sicuramente anche gli aretini.