GLORIA PERUZZI
Cronaca

"Fendevo l’aria verso il mio riscatto". Quattro sorelle e il sogno di scrivere. Vita segnata dal padre, poi la svolta

Albertina perde la madre da piccola, lui sceglie il suo futuro: "Farai la casalinga". Gli anni in salita. Lei si ribella, riprende a studiare e diventa maestra. Riesce a farsi strada in una Milano che cambia.

"Fendevo l’aria verso il mio riscatto". Quattro sorelle e il sogno di scrivere. Vita segnata dal padre, poi la svolta

Albertina perde la madre da piccola, lui sceglie il suo futuro: "Farai la casalinga". Gli anni in salita. Lei si ribella, riprende a studiare e diventa maestra. Riesce a farsi strada in una Milano che cambia.

Albertina nasce l’8 marzo, una data che diventerà simbolo di lotta e di emancipazione per tutte le donne. È una coincidenza potente, quasi un presagio, perché Albertina, orfana di madre a soli 4 anni, cresciuta in una Milano devastata dalla guerra, nella sua vita ha affrontato rinunce, lutti e la rigidità di un padre che non sapeva comprendere i suoi sogni. Ma, lei, la "più ribelle e insofferente alla disciplina" delle sue figlie, ha saputo farsi strada contro ogni avversità, lottando per un’istruzione e un lavoro che le permettessero di emanciparsi. "Fendevo l’aria" è il titolo della Memoria in cui racconta la sua vita, dalla nascita nel 1937 al 1972: "Mi fu dato il nome Albertina come quello del capostipite, vero o presunto, della nostra famiglia. “Come è iniziata, con lo stesso nome deve concludersi“. Quante volte mi sono sentita ripetere da mio padre questa frase che mi procurava disagio e la sensazione di essere anche un maschio mancato". Alla morte della moglie, il padre sottufficiale, non sa come affrontare la nuova organizzazione familiare con il lavoro e quattro figlie da crescere, per di più in tempo di guerra. Albertina vive questi anni tra collegi e rifugi, sperimentando in prima persona la brutalità dei bombardamenti e della violenza che coinvolge anche la sua famiglia. Neppure la fine del conflitto segna la fine delle difficoltà per Albertina. Milano, al pari delle altre città italiane, affronta una grave crisi economica e sociale. Ma, ciò che manca di più in casa sua"era quel trait d’union che cementasse le varie esperienze di ognuna di noi in un’unica forza (…). Malgrado tutto ci costruivamo un nostro equilibrio di coesistenza che la sera con l’arrivo di nostro padre si destabilizzava nel tornado delle sue scenate". La famiglia si disgrega sotto il peso della sofferenza: la sorella Elisabetta scappa, Piera si toglie la vita. Tuttavia, Albertina si ribella al destino che la vorrebbe casalinga: "Le tue sorelle andranno a lavorare e tu ti occuperai della casa", le aveva sempre detto il padre, ma lei ha un sogno a cui non vuole rinunciare: "Volevo diventare scrittrice". Soprattutto, vuole condividere le aspirazioni e i progetti dei suoi coetanei: "Era difficile confrontarmi con gli altri. La loro realtà cozzava con la mia, loro andavano a scuola, parlavano del lavoro che avrebbero intrapreso in futuro. E io? Qualsiasi risposta risultava stridente e inventata lì per lì. Presi l’unica decisione possibile. Durante un pranzo o cena che fosse, chiesi di ritornare a scuola". Con tenacia e sacrifici, superando le resistenze del padre - "non che papà fosse contrario al lavoro femminile, anzi asseriva essere la nuova forza con cui le donne dovevano difendere il loro posto nella società. Lui aveva semplicemente immaginato in un altro modo la sua famiglia e il destino" -, Albertina ottiene un diploma e un lavoro in una scuola materna; il primo passo dentro al suo sogno. Riesce a farsi strada in una Milano che sta cambiando, arrivano tanti bambini insieme alle loro famiglie in cerca di lavoro, a scuola si aprono nuove sezioni per accoglierli tutti. "Fendevo l’aria, camminando con passo svelto, determinata a buttarmi in quella nuova realtà ad ogni costo". Pare di vederla, Albertina, chiudersi la porta di casa alle spalle, come un senso di liberazione da un passato così pesante. Alla morte del padre nel 1958, inizia una nuova vita con Anna, l’ultima sorella rimasta al suo fianco. L’incontro con Sergio e la nascita di Irene segneranno, poi, la sua definitiva rinascita.