AREZZO
La mano, la mente e la voce di Pera Toons si chiama Alessandro Perugini: è cresciuto a Terontola e risiede a Tegoleto.
I suoi fumetti comici sbarcati prima sui social e poi in libreria con una serie di successi editoriali. Il suo ultimo libro si chiama "Ridere", è uscito il 1° ottobre e da allora è il secondo più venduto in Italia dopo un saggio sulla Bibbia di Aldo Cazzullo.
Pera Toons, nella sua carriera ha già venduto un milione di copie e ha 5 milioni i follower sui social.
Perugini, come nasce un fumettista geniale?
"Il mio percorso inizia nel 2017. Volevo capire come funzionasse Instagram e ho iniziato a postare i miei schizzi di fumetti, così, per gioco. Sono stati subito apprezzatissimi e in soli tre mesi ho raggiunto 10mila follower. Poi piano piano sui social sono cresciuto finché non ho raggiunto bei numeri, e non solo su Instagram. Da che facevo il grafico pubblicitario questo è diventato il mio unico lavoro".
È stata un’ascesa rapida?
"Ho iniziato col format di “Chi ha ucciso Kenny?”: ho avuto la fortuna di trovare un editore molto disponibile, con cui abbiamo fatto squadra fin dall’inizio. Dal 2017 anno dopo anno sono sempre cresciuto ma non è stato così semplice. Ho dovuto reinventarmi in più situazioni e aggiungere format, per esempio passando da quello dei delitti a quello delle freddure".
Crea fumetti comici, ma è prima comico o fumettista?
"Il disegno è nato prima di tutto. Fin da piccolo mi hanno sempre detto che ero bravo, e anche se poi ho frequentato scuole improntate all’ingegneria e alla matematica, già alle medie ho notato che con le battute attiravo l’attenzione, e che questo mi piaceva. Allora ho unito questa simpatia al fatto che sapessi disegnare, e ho iniziato a fare le vignette. Mi ispiravo a Lupo Alberto, che ai tempi adoravo".
Non è difficile tenere sempre alta l’ispirazione?
"All’inizio sì ma è solo questione di allenamento. La genialità delle battute sta nel coraggio di dirle nel contesto più inadatto. In generale a me fanno ridere le battute col colpo di scena finale, quelle che non ti aspetti".
Pera Toons è un successo su tutti i social, ognuno ha un pubblico diverso?
"Ogni media ha un pubblico diverso. Certe cose su un social le puoi mettere e su un altro no. Diciamo che negli anni mi sono sforzato di trovare battute che piacciono un po’ a tutti".
Come lavora?
"Gestisco quasi tutto da solo. Ad esempio i social, anche perché non mi fiderei a delegarli. Poi ho una routine, anche perché nel tempo ho capito quali sono le abitudini che mi aiutano a performare. Una regola importante è svegliarsi presto e quindi anche andare a dormire prima. In genere, poi, affrontare al mattino le cose più difficili, che nel lavoro è la cosa migliore. L’ingrediente segreto comunque è uno: è volersi migliorare".
Ai giovani aspiranti cosa consiglierebbe?
"Di guardare il mio "Pera-corso". Scherzi a parte, ai giovani fumettisti dico che è un lavoro bellissimo, quindi: avanti tutta. Ci vuole tanto allenamento e tanta passione, ma bisogna anche divertirsi. In lavori creativi come questo la marcia in più te la dà la passione".
Qual è il suo pubblico?
"La mia community è molto variegata. Pezzi se ne vanno e altri si aggiungono. Direi che il mio pubblico si è solidificato e noto sempre più stima per me e per quello che faccio. Ho pochi odiatori e se c’è da rimediare su qualcosa lo faccio subito perché la sincerità viene prima di tutto. È bello sapere che mi seguono dai più piccoli ai nonni, tutti appassionati per la risata e ottimisti di natura. Ma c’è anche chi mi segue per un effetto curativo, per scollegarsi dalla realtà. È il principio delle freddure, che sono senza tempo".
Ci parli del suo ultimo libro "Ridere". È già un successo editoriale...
"È una bella sorpresa. Anche il terzo e il quarto erano importanti ma questo libro rappresenta una vittoria anche dei bambini di 6 o 7 anni che dicono la loro nel mercato editoriale. Voglio dire, non siamo andati a rubare lettori a nessuno, ma abbiamo portato alla ribalta i lettori più piccoli, alla faccia di chi dice che i bambini non leggono e vivono sui tablet e computer. “Ridere“ è un libro sulla falsa riga degli altri, pieno zeppo di battute ma con una storia bella lunga. C’è un mistero, un museo da perlustrare con tutte cose che adoro come i dinosauri, l’era glaciale e l’ antico Egitto. Sta andando a bomba anche per la copertina con i dinosauri. Sono troppo carini".
Le prossime tappe del firma copie si avvicineranno ad Arezzo?
"Mi piacerebbe fare qualcosa per la mia città, ma ho poco tempo e devo dire no a tanti. Vediamo se riesco. Adesso siamo a metà del tour, che sta andando benissimo. Due giorni fa sono stato a Firenze, una bella maratona di 6 ore al cinema Odeon".
Cosa c’è all’orizzonte?
"Il 17 ottobre sarò ospite speciale alla fiera del libro di Francoforte. Quest’anno l’Italia è ospite d’onore e per me è come essere entrato nella ’Nazionale degli scrittori’! Ci sono tanti altri eventi in ballo".
Come ci saluta?
"Con un gran bel: alò!".