"I lavoratori chiedono che l’azienda torni indietro rispetto alle decisioni più rapidamente possibile". David Checcucci è il volto della protesta dei dipendenti Abb E-Mobility di San Giovanni, che ieri hanno incrociato le braccia per due ore contro la volontà del Gruppo di avviare la procedura di licenziamento collettivo per 33 dipendenti con contratto a tempo indeterminato. "Se c’è una crisi - ha spiegato il rappresentante delle Rsu al picchetto di fronte ai cancelli - non è con i licenziamenti che vogliamo affrontarla. L’azienda dovrà dare prospettive di sviluppo e utilizzare gli strumenti che il nostro ordinamento prevede per sopperire ad un momento di scarsa richiesta del mercato". Tante persone scure in volto si sono ritrovate davanti ai cancelli per lanciare un chiaro segnale: no agli esuberi, sì agli ammortizzatori sociali e ad un piano industriale credibile. Molti i giovani e tra loro anche chi è stato assunto solo due anni fa con l’insediamento del colosso dell’elettrico a San Giovanni e ora potrebbe rischiare il posto di lavoro. Sì, perchè pare si tratti di licenziamenti trasversali: i cosiddetti indiretti possono essere impiegati d’ufficio, ma anche operai a supporto della produzione: 75 è il numero da tenere a mente, visto che sono i giorni, per legge, entro i quali l’azienda può cambiare idea. "Per loro la soluzione alla crisi sono i licenziamenti unilaterali - ha spiegato Antonio Fascetto, segretario provinciale Fiom Cgil Arezzo - Riteniamo questo approccio totalmente inaccettabile e lo respingiamo al mittente. L’azienda sostiene che la crisi che sta vivendo non rientra nei requisiti per richiedere gli ammortizzatori: per noi sono motivazioni prive di fondamento". "Ritirate la procedura - ha tuonato Federica Montaghi della segreteria Uilm Uil - è indecente affermare che si tratta di una crisi strutturale e non sono previsti ammortizzatori. Non parliamo di caramelle, ma di lavoratori".
Ilaria Paoletti della Fim Cisl ha tirato in ballo anche il Comune: "Dopo i primi licenziamenti avevamo già sottolineato e riportato all’amministrazione di San Giovanni e in particolare al sindaco quanto la situazione fosse delicata. Nonostante il sindaco si fosse preso l’impegno a monitorare costantemente la vicenda anche coinvolgendo le parti sindacali, questo confronto è mancato". Poi è stata la volta dei rappresentanti istituzionali, con il sindaco Valentina Vadi che ha espresso solidarietà e vicinanza alle famiglie. "Il consigliere del presidente Giani, Valerio Fabiani, è stato informato della situazione - ha detto il primo cittadino - e ha dato piena disponibilità a partecipare ad un tavolo regionale di confronto che spero sarà aperto il prima possibile". "Chiederemo un confronto tra istituzioni, azienda e sindacati e un consiglio comunale aperto", ha affermato l’esponente della minoranza Lisa Vannelli. Sulla stessa lunghezza d’onda le Liste Civiche, mentre il consigliere regionale della Lega Marco Casucci ha auspicato un lavoro di squadra tra i vari livelli istituzionali per tutelare l’occupazione in Valdarno.