Fermi nel treno a 35 gradi. Non c’era l’aria condizionata

Un convoglio pieno di pendolari si blocca a duecento metri dalla stazione. In panne per quaranta minuti. La rabbia dei viaggiatori esplode sui social.

Fermi nel treno a 35 gradi. Non c’era l’aria condizionata

Fermi nel treno a 35 gradi. Non c’era l’aria condizionata

In treno come in un acquario, ma senza acqua. Nel convoglio non funzionano i condizionatori e il viaggio dei pendolari diventa una nuova odissea. Ancora disagi sulla tratta Firenze-Arezzo, ancora un viaggio che si trasforma in un incubo per chi esce dal lavoro e torna a casa.

Vorrebbe farlo nel modo migliore, a bordo di un treno dove tutto funziona. Invece ieri qualcosa non ha funzionato e i disagi si sono manifestati, appesantiti da temperature torride che hanno messo a dura prova anche i fisici più temprati alle prove di resistenza.

Il treno in questione è il regionale partito dalla stazione di Santa Maria Novella alle 15,16. Fino alle porte di Arezzo tutto pro cedeva bene, ma a duecento metri dalla stazione del capoluogo, qualcosa è saltato. E a saltare è stato un guasto che ha costretto a una sosta di circa quaranta minuti.

Un tempo abbastanza lungo ma il punto vero è che alcune carrozze sono rimaste senza aria condizionata. Così l’attesa mista al gran caldo ha reso tutto più complicato e difficole da digerire. E così la protesta dei pendolari è esplosa sui social in tempo reale. E alcuni viaggiatori hanno segnalato il disservizio alla nostra redazione lamentando una situazione che "siamo costretti a subire da tempo. Non è solo il treno che si ferma a un passo dalla stazione, ma è la sequela di episodi che siamo costretto a subire: dai ritardi la mattina per raggiungere il posto di lavoro a Firenze e poi i guasti o i ritardi che si manifestano durante il viaggio di ritorno", sono i commenti dei viaggiatori.

Il caso nei mesi scorsi è stato al centro del tavolo istituzionale aperto dalla Regione con i gestori del servizio ferroviario e aperto ai pendolari. Un confronto andato avanti per settimane ma ancora lontano da produrre una soluzione che riesca a coniugare le esigenze dei gestori del servizio, l’intreccio sulla linea direttissima dei treni ad alta velocità e quelli regionali, e le richieste di chi il treno lo prende ogni giorno per motivi di lavoro, salute, studio o viaggio.

Intanto quella di ieri è stata un’altra giornata complicata per chi viaggiava su quel regionale che come il treno del desiderio ha depositato i desideri di tanti viaggiatori a duecento metri dalla meta. Appesi sul filo del tempo. Almeno per quaranta minuti.