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Festa di San Donato Il vescovo Andrea riparte dal patrono "Camminiamo insieme"
La figura di San Donato al centro del programma pastorale. Il vescovo Andrea ritaglia l’esempio del patrono sul piano che sta lanciando e che a settembre proporrà alla diocesi.
I punti? Maggiore spazio ai giovani nelle scelte della chiesa, partendo dai quattrocento protagonisti aretini della Giornata mondiale della gioventù. Coltivare l’amicizia e la fraternità tra i sacerdoti e in questo sta anche la crescita delle parrocchie condivise, in particolare nel centro. Nell’omelia in una cattedrale gremita, Migliavacca richiama l’autenticità dello sguardo dei giovani, "lo stesso che avrebbe oggi San Donato se fosse qui, con noi", la loro propensione all’amicizia, per esortare "preti, parrocchie e famiglie a camminare insieme da amici".
Un richiamo forte all’unità della diocesi. E ancora: l’impegno per la pace come priorità, l’attenzione ai poveri e ai migranti, sollecitazione che Migliavacca rilancia, raccogliendo esplicitamente l’appello della prefettura per una maggiore accoglienza a chi arriva su un barcone e facendo proprio l’appello di Papa Francesco.
È altrettanto forte l’invito a scendere in campo per l’ecologia sostenibile e per "un’economia che sia sostenibile". In filigrana, un passaggio che indica anche un impegno politico almeno sui temi che contano per Migliavacca, l’ambiente in testa. In questo c’è pure una sottolineatura a chi guida le istituzioni. In buona sostanza, la festa di San Donato diventa uno snodo strategico al debutto del vescovo nel giorno del patrono, perchè segna il percorso verso quella sorta di Magna Charta per la diocesi che caratterizzerà il cammino dei prossimi mesi. Lo sguardo dei giovani è il filo conduttore della riflessione che tiene in sè i valori e l’arricchimento dell’esperienza di Lisbona. Non a caso, il vescovo Andrea insiste sull’importanza di "dare spazio ai giovani" anche nelle scelte per la diocesi. "I nostri ambienti devono aprire spazi ai giovani affinchè siano protagonisti, possano sperimentare, sbagliare e rialzarsi".
Alla fine, il vescovo riceve l’applauso della comunità riunita in cattedrale (presente una delegazione della chiesa ortodossa ospite in questi giorni a Rondine): un fuori programma, del tutto irrituale, che racconta l’apprezzamento e la condivisione.
Lucia Bigozzi