LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Arezzo, Fiera Antiquaria con il botto dalla vigilia. Turisti in centro, alberghi pieni

E’ la prima edizione senza Giovanni Papini, recentemente scomparso. L’ultimo pioniere si è spento nei giorni scorsi: il vuoto in Piazza Grande, suo regno dal 1968. Stamani gli espositori "sfrattati" dal mercato tirolese sceglieranno il loro banco per dicembre.

Fiera con il botto dalla vigilia. Turisti in centro, alberghi pieni. È la prima edizione senza Papini

Fiera Antiquaria, boom ad Arezzo in questi giorni di festa

Arezzo, 2 novembre 2024 – "La Fiera de’ Arezzo c’è solo ad Arezzo": Giovanni Papini lo ripeteva divertito e innamorato, sotto il caschetto dei capelli bianchi che ne facevano un eterno Giamburrasca.

Nel 1968, alla prima edizione dell’Antiquaria, aveva dormito sotto il banco, per paura di fare tardi. "Ma io sono qui dal 1966, le edizioni preparatorie non se le ricorda nessuno". Oggi parte la prima Fiera senza di lui, si è spento pochi giorni fa, seguendo di qualche mese il cognato Bruno Albiani, suo compagno di avventure.

Oggi l’Antiquaria è più povera e tanto meno aretina ma il rischio è che questo piccolo grande evento passi nel silenzio. Travolto dal presente, che dopo ottobre, una due giorni da oltre quarantamila presenze, promette un impensabile bis.

Perchè c’è il ponte, perchè anche ieri il centro era non pieno ma quasi, perchè piazza Grande regalava il colpo d’occhio di un’estate d’autunno, tavolini affollati e turisti delle grandi occasioni. I numeri, nel loro piccolo, lo confermano.

All’osservatorio di Booking ieri sera non c’era neanche una camera libera negli alberghi, stasera una sola. Si sa, gli alberghi non mettono tutto sulla piattaforma, però l’indicatore è inequivocabile. E pure i flash della prima giornata di festa nel quadrilatero della meraviglia tra San Francesco, piazza della Badia, piazza Grande, il Prato e via Ricasoli, rilanciano i numeri.

E questo aumenterà i rimpianti di quanti stamani alle 9 dovranno scegliere la loro posizione a dicembre, per la Fiera di Natale: il mercatino tirolese "sfratta" tutti e gli eroi della piazza devono cercare fortuna altrove.

Papini, brontolando come una pentola di fagioli, andava nella parte alta, sotto la curia. "Dalla porta delle scale mobili entrano tutti - spiegava - ma se vai ad una Fiera prima la giri tutta e poi decidi cosa comprare.

E qui chi ci torna?". Via Ricasoli gli stava stretta, la sua posizione vicino alla fontana gliel’aveva assegnata fin dal 1968 Ivan Bruschi. "C’erano cento napoletani intorno, poi sono spariti uno a uno". Lui no. Si gloriava giustamente di non aver perso un’edizione, naturalmente fino a quando la salute glielo ha consentito. Come i pionieri non era solo un commerciante: era un cantore della Fiera.

"Grazie a Bruschi e alla sua idea ho rallevato sette figlioli" ricordava, in uno dei mille racconti che regalava in diretta, a fianco della fontana. Il simbolo di una vecchia Fiera ma capace di sopravvivere a se stessa.

Perchè l’Antiquaria è in un lungo periodo favorevole, perchè passato il mare e le vacanze insieme all’estate, tutti stanno tornando, avanguardia della prossima Città di Natale.

Oggi sarà una prova del fuoco anche per l’accoglienza e insieme il primo evento a incrociarsi con la splendida mostra sul Vasari, perfetta in tutto meno, per ora, nella capacità di bucare gli schermi. Anche se gli arrivi in forze di queste ore, le foto del centro di ieri, le prenotazioni di Natale fanno ben sperare. Magari anche Vasari avrebbe avuto bisogno di un testimonial come Papini.

"Siamo alla Fiera di Arezzo: e qui c’è tutto" esclamava in una scena del film "L’amore non è un osso", in parte girato all’Antiquaria. Lui che aveva servito Carlo Verdone, Giancarlo Magalli, Giovanni Berlinguer, Gino Bramieri. "Arpionati" con il suo dialetto aretino doc, dolce e digrignato al punto giusto, e con lo sguardo di chi vendeva non sogni ma solide realtà, portate in piazza dal suo magazzino-marsupio di Alberoro.

Il suo posto da oggi è definitivamente vuoto, la Fiera continua. Eppure, "scrivilo giornalista, noi siamo sempre qui", sembra che da qualche parte della piazza ti continui a ripetere.