Lucia Bigozzi
Cronaca

Figlia uccide la madre malata, il gruppo degli amici sconvolto: “Terribile, potevamo fare qualcosa”

C’è il ricordo di marito e moglie tra passeggiate e stile anglosassone. Brogi: «Avremmo dovuto cogliere i segnali». E c’è chi rievoca le serate passate insieme di politica e Fiorentina

Viene portato via il corpo dell'anziana donna assassinata dalla figlia (Ops)

Viene portato via il corpo dell'anziana donna assassinata dalla figlia (Ops)

San Giovanni Valdarno (Arezzo), 11 marzo 2025 – “Siamo sgomenti”. È la frase che rimbalza nei commenti degli amici di sempre, quelli che sono cresciuti insieme alla coppia, ora piombata nel dramma. Amici fin dagli anni Settanta, in particolare con il marito di Giuseppina Martin, stessi interessi, stesse passioni. Come quella per la politica, che alla fine degli anni Novanta si tradusse per lui nell’incarico di assessore nella giunta comunale. Un incarico portato avanti con impegno e per il quale si era conquistato l’apprezzamento di tanti cittadini. Oggi a San Giovanni nessuno si capacita, c’è incredulità per quella che in tanti, soprattutto tra gli amici di vecchia data, definiscono senza esitazioni “una famiglia anglosassone”. Educazione, rigore, riservatezza e disponibilità: “Una famiglia serena e molto unita”.

Nessun segnale, niente che potesse far pensare a quel disagio che, evidentemente, covava dentro quella famiglia conosciuta ed apprezzata. Giuseppina e il marito erano sempre insieme “amavano fare lunghe passeggiate, persone amabili”, commenta con la voce spezzata dall’emozione e dall’incredulità un amico del gruppo ristretto. Gli stessi amici che ora fanno quadrato attorno a quella coppia e sono già tutti mobilitati. Per dare una mano a lui e a sostenere lei, che in carcere affronta la fase più dura della sua vita. Sola con un’accusa pesante sulle spalle e l’immagine di quel foulard stretto attorno al collo della madre nell’atto estremo che le ha tolto il fiato e la vita. Giuseppina ci farà i conti con questo macigno che si porta dentro dall’alba di una domenica di festa, diventata un incubo.

Davanti al pubblico ministero nell’interrogatorio seguito all’arresto ha ammesso di aver sbagliato a non chiedere aiuto, per quella condizione psicologicamente pesante che viveva da tempo, nell’assistenza quotidiana all’anziana madre. Prima nella sua casa, nel centro di San Giovanni, che Giuseppina raggiungeva ogni giorno in sella alla sua bici, e nelle ultime due settimana nell’appartamento di via Fermi, quartiere residenziale della città. Aveva accolto la madre ma forse la convivenza aveva incrinato quel rapporto già reso fragile dai problemi di una donna di 93 anni. Tanti problemi che alla fine, diventano barriere insormontabili. E Giuseppina è scivolata giù, nel baratro di un delitto. E tra gli amici di sempre corre il pensiero, quasi un tarlo in queste ore concitate, di non essersi accorti di nulla, di non aver potuto intervenire prima. Prima di quella mattina, prima di quella morte. “Siamo tutti fortemente colpiti. Non ci sono parole se non una riflessione che in queste occasioni torna quasi come una costante: sento tutto il disagio di non essere riuscito a fare qualcosa, di non aver colto il minimo segnale nei loro atteggiamento”, commenta Enzo Brogi. “Due persone serene, equilibrate, di grande educazione e disponibilità”. Che adesso gli amici di sempre non mollano. “C’è il desiderio forte di dare una mano in questo momento terribile perchè entrambi stanno vivendo una disgrazia terribile”.

La stessa tensione al sostegno che si respira nelle stanze del municipio tra i dipendenti con i capelli bianchi che hanno conosciuto da vicino il marito di Giuseppina quando ha ricoperto l’incarico di assessore. “C’è solidarietà e tanta umanità attorno a questa coppia dilaniata dal dolore”, aggiunge un altro amico “storico” che con il marito della Martin ha condiviso per lunghi anni la passione politica e quella per la Fiorentina.

Ora in quel silenzio, in quel vuoto di una coppia “bella e affiatata” in tanti cercano di portare una piccola luce. Per scacciare il buio.