Torna lo spettro dell’incertezza sul futuro della Fimer. Il destino dei lavoratori dello stabilimento di via San Giorgio è ancora appeso al verdetto dei giudici. Dopo il respingimento dell’attestazione del piano di salvataggio da parte del tribunale di Milano, una decisione definitiva sul concordato è attesa nelle prossime ore. Sembrava fatta dopo il versamento della prima tranche di 5 milioni da parte di Greybull Capital-McLaren Applied, che si è impegnata ad acquisire il 100% di Fimer mettendo sul piatto un piano di rilancio da 50 milioni di euro. Adesso invece il colosso del fotovoltaico torna a tremare. Giovedì scorso è stato ascoltato in udienza il nuovo legale di Fimer che ha illustrato il piano di salvataggio, accompagnato da un nuovo attestatore, tutto questo per certificare la sostenibilità del progetto e garantire la continuità produttiva al gruppo con sede a Vimercate. "Non resta che attendere la sentenza del tribunale - ha fatto sapere Ilaria Paoletti, della Fim Cisl - che dovrebbe arrivare a breve. Il giudice aveva dato tempo alla società fino al 3 ottobre per presentare delle memorie difensive ad integrazione di quanto era stato contestato a suo tempo, cioè che la proposta concordataria presentava delle gravi e profonde lacune. Era stato certificato un piano basato su meri principi, che non facevano intravedere la reale volontà da parte della società di elaborare una strategia di rientro attendibile e credibile. L’udienza della scorsa settimana doveva servire a capire se Greybull fosse stata in grado di superare le criticità sollevate dal tribunale. Attendiamo adesso l’esito della sentenza rispetto a quanto emerso giovedì 5 ottobre". Greybull-McLaren avrebbe chiesto anche tutto il mese di novembre per poter mettere mano al piano e presentarne così una versione accettabile.
Tre sono ora gli scenari possibili. Nel primo caso i giudici potrebbero accogliere la proposta di concordato, che andrebbe comunque riformulata correttamente da entrambe le parti. Nel secondo si potrebbe arrivare a bloccare l’iter, facendo ripiombare dunque le maestranze ancora una volta in uno stato di crisi. La terza opzione sarebbe quella di procedere con l’amministrazione straordinaria di Fimer. Le sigle sindacali restano sull’attenti, per capire quali azioni intraprendere in base a ciò che uscirà dal Palazzo di Giustizia. Il versamento dei 5 milioni effettuato dal fondo britannico aveva sbloccato il tira e molla tra i possibili acquirenti, ma una soluzione definitiva della crisi sembra lontana dall’essere trovata.