MARIANNA GRAZI
Cronaca

Fine vita: si riaccende il dibattito . La Toscana anticipa il Parlamento: "Applicata la sentenza del 2019"

La Regione è la prima in Italia ad approvare una norma che regola modalità e tempi del suicidio assistito. Dibattito acceso tra i favorevoli alla "svolta di civiltà" e chi protesta contro una "norma disumana" .

Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato martedì 11 febbraio la legge in materia di suicidio medicalmente assistito

Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato martedì 11 febbraio la legge in materia di suicidio medicalmente assistito

AREZZOLa prima legge in Italia sul fine vita arriva dalla Toscana. La norma è stata approvata martedì pomeriggio dal Consiglio regionale con 27 voti a favore (PD, Italia Viva, M5S e gruppo Misto), un’astensione della dem Lucia De Robertis, e 13 contrari (Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega). C’è chi la considera una mossa di civiltà e chi una misura barbara e disumana, osannata e osteggiata aspramente. Favorevoli o contrari, la mossa ha riacceso il dibattito nazionale, indispensabile per dare una risposta alle migliaia di persone che si trovano in una situazione di stallo, che non possono far valere il loro diritto all’autoaffermazione e che vivono in condizioni di sofferenza insostenibile costante.

La norma regolerà d’ora in poi tempi e modi di accesso al suicidio medicalmente assistito per le coloro che rispettano i criteri fissati dalla Corte Costituzionale con la sentenza 242/2019. Ovvero che a richiederlo sia "una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che ella reputa intollerabili, ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli". Gli stessi giudici sei anni fa avevano invocato un intervento legislativo nazionale mai arrivato dal Parlamento. Così la Toscana diventa pioniera in materia di fine vita.

Il testo spiega il presidente della commissione sanità Enrico Sostegni, "punta a garantire l’attuazione della sentenza, individuando i modi per applicarla". Emendato alcuni passaggi di quello proposto dalla Coscioni, stabilisce da quali professionisti debba essere composta la commissione multidisciplinare che dovrà, insieme al Comitato etico locale, dare una risposta all’istanza del malato entro 20 giorni; se l’esito è positivo entro altri 10 giorni va stabilità la modalità di attuazione del suicidio assistito e entro altri 7 la Asl deve fornire gratuitamente il farmaco e mettere a disposizione il personale (a cui è garantito comunque il diritto all’obiezione di coscienza).

Oltre agli emendamenti, l’aula ha anche approvato due ordini del giorno: uno di Iv per la valorizzazione delle cure palliative; e l’altro del Pd che chiede un intervento legislativo nazionale.

Il governo centrale, fin da subito, ha minacciato piuttosto l’intenzione di ricorrere contro la legge regionale, impugnando il testo di fronte alla Consulta per ribadire che quello del suicidio assistito è un tema di interesse e competenza nazionale.

Marianna Grazi