MARIANNA GRAZI
Cronaca

Fink corre per il Premio Strega. È tra gli 80 candidati in partenza. Lo ha lanciato Ottavia Piccolo

Il direttore dell’Orchestra Multietnica è al suo primo libro. "È stata una bella sorpresa". La storia della famiglia sullo sfondo dell’Olocausto. Tra le pagine il ruolo della musica.

Il suo primo romanzo è uscito a gennaio 2025 ed è già stato selezionato tra gli 81 libri per il Premio Strega, proposto da Ottavia Piccolo: "Un regalo e una bellissima sorpresa, che mi fa moltissimo piacere. Ottavia ha letto il libro in anticipo e se n’è innamorata, tanto da proporlo per il Premio". Enrico Fink, musicista e scrittore fiorentino, in "Patrilineare. Una storia di fantasmi" (Edizioni Lindau) ripercorre le vicende della sua famiglia di ebrei italiani attraverso il protagonista "che mi somiglia, essendo un musicista, ma ha una sua personalità peculiare", esplorando temi universali come l’identità, la memoria e l’eredità dell’Olocausto.

Fink e Piccolo da oggi saranno in scena a Milano con "Matteotti" scritto da Stefano Massini, terzo adattamento teatrale in cui i lavorano assieme, lei da attrice, lui come musicista insieme ad alcuni solisti dell’ensamble aretina. Ma la musica è ben presente anche nel libro: "Il suono e il ritmo che sono molto importanti per me si ritrovano nella scrittura – dice Fink – Musica e parola, come a teatro, si riflettono nel modo in cui si esprime il protagonista nel corso delle vicende". Un romanzo che arriva all’anima dei lettori, aiutandoli a comprendere quanto le storie delle nostre famiglie siano parte integrante di chi siamo.

"Basato su una storia spercifica, quella di mio padre, dei miei nonni, si focalizza sul rapporto di un ragazzo con le memorie, le ferite, le aspirazioni e le sofferenze trasmesse dalla famiglia, quelle che vanno a formare la sua identità. È questo il cuore del libro: il rapporto tra identità diverse, come quelle che mette insieme l’orchestra multietnica. Il testo inizia con il protagonista - che tra l’altro suona nelle discoteche del Valdarno - che viene investito dal peso delle memorie familiari che gli impediscono di vivere a pieno. Le indaga, ci si immerge, ma poi deve trovare la sua strada".

Un tema attuale, secondo l’autore: in un mondo di culture diverse che convivono una accanto all’altra, in un mondo di scontri, di guerre tra civilltà, di memorie di conflitti devastanti, quanto quello che ci viene trasmesso influisce sul nostro essere? Serve equilibrio, un sé nuovo che faccia proprie quelle memorie ma che costruisca un dialogo con le differenze, non sia solo definito da ciò che gli viene tramandato. "Cerco di rivolgermi a chi ha una storia simile al protagonista - continua Fink -, chi è segnato da eventi epocali; racconto di ebrei italiani ma questo tema riguarda cittadini di seconda generazione, chi viene da migrazioni, da guerre, chi deve costruirsi un proprio io che sia capace di dialogare con l’altro. Una cosa che sentiamo in tanti".

Inevitabile un riferimento al Medio Oriente: "Tutte le guerre sono mostruose e oggi le viviamo da vicino. Per chi come me ha legami forti con mondo ebraico vedere quanto accaduto dal 7 ottobre in poi provoca una grande sofferenza". E questo, conclude lo scrittore, ci deve spingere a uno "sforzo di costruire un dialogo da qui, lontani dal terrore. Abbiamo il compito di costruire i motivi di pace e questo si basa su un’assunto fondamentale: il riconoscimento dell’altro da tutte e due le parti. E se la musica è un bellissimo veicolo di emozioni, e comunione non dobbiamo aggiungervi parole di pace".