LILETTA FORNASARI
Cronaca

Fossombroni, la statua contesa tra due piazze

La prima collocazione doveva essere in San Domenico davanti allo storico palazzo di famiglia: poi lo sbarco in San Francesco

di Liletta Fornasari

In data 8 aprile 1863, il gonfaloniere di Arezzo Giuseppe Luigi Carleschi, “vero galantuomo”, comunicò al consiglio comunale che il giorno 13 “stante”, diciannovesimo anniversario di morte dell’illustre aretino, avrebbe avuto luogo l’inaugurazione del monumento dedicato al conte Vittorio Fossombroni, personalità diplomatica e politica di primissimo piano presso la corte granducale, oltre che sostenitore del liberismo lorenese.

La sua fama è anche legata alla sua attività di matematico, - argomento di una recente pubblicazione di Daniele Santori – e di ingegnere idraulico. Sposatosi nel 1823, ormai anziano, con Vittoria Bonci Falciai, vera protagonista delle vicende del monumento, è morto nel 1844. Interessante è la storia della genesi e della collocazione della statua, eseguita a Firenze da Pasquale Romanelli, scultore di stretta osservanza bartoliniana. Fondamentale contributo per la ricostruzione della storia del monumento, è stato dato sia da Franco Cristelli, che da Luca Berti in “Notizie di Storia” nel 2017. Prima di essere collocato a San Francesco, il monumento fu oggetto di proposte diverse per la sua ubicazione. La vedova Fossombroni ed Enrico Falciai Fossombroni, figlio di prime nozze di Vittoria con Francesco Falciai, e importante uomo politico, al quale Fossombroni aveva dato anche il proprio cognome, avevano donato la statua.

Ma a causa di difficoltà finanziarie il Comune non poteva portare a compimento l’impegno preso per il progetto nel 1844, la prima ipotesi fu di collocarlo in Piazza S.Domenico, dove si affaccia il palazzo di famiglia.

Scelta non ritenuta idonea, né dal donatore, né dallo scultore, che fece un sopralluogo il 15 giugno 1862. Affidandosi al consiglio di un amico, il conte Falciai Fossombroni, propose piazza San Francesco - scrive Berti - per creare una sorta di pendant con il monumento dedicato a Ferdinando III Lorena, eseguito da Stefano Ricci nel 1822 e che all’epoca era in Piazza Grande. Il monumento Fossombroni fu sistemato nell’ubicazione attuale, molto gradita al figlio.

Enrico Falciai Fossombroni in una lettera ringrazia il consiglio comunale affermando - scrive Cristelli - di avere voluto dare alla città un attestato del proprio affetto e sottolineando come l’ubicazione in un punto centrale palesasse come tra i suoi concittadini si mantenesse “la santa fiamma delle patrie virtù”.

Dopo l’unità d’Italia la celebrazione dei cittadini illustri aveva assunto valore nazionale, per confluire nel “pantheon ideale” dei Grandi Italiani. Come scrive Riccardo Caldini in Arte in terra di Arezzo. L’Ottocento (Edifir 2006), il giovane Regno aveva bisogno di manifestazioni solenni. Anche Arezzo, come dichiarò il gonfaloniere Carleschi, doveva avere splendidi monumenti per onorare i Grandi Aretini. All’inaugurazione fu invitato l’intero consiglio e la magistratura della Fraternita, chiedendo al Comando della Guardia Nazionale che mandasse la compagnia e la banda musicale prestasse servizio. Ma nella lettera di Enrico Falciai sebbene velato, non manca una polemica contro i detrattori di Fossombroni celebrato dal figlio e dalla città come un personaggio unito alla Storia della Toscana.