Fp Cgil e Uil Fpl: “sugli organici della sanità siamo al disastro”

“Si lavora a ritmi sempre più elevati, con carichi insostenibili, mettendo a serio rischio la salute dei lavoratori e dei pazienti”

Arezzo, 19 luglio 2024 – Le federazioni Cgil e Uil del pubblico impiego hanno scritto una lettera al Direttore generale e a quello amministrativo della Asl Tse, Antonio D’Urso e Antonella Valeri.

I toni e i contenuti sono allarmati: “Sul piano degli organici è un disastro; i lavoratori della sanità sono allo stremo: si moltiplicano ormai da tempo i rientri, i salti di riposo, i diritti contrattuali negati o posticipati a data da destinarsi.

Una situazione che nei mesi estivi, in concomitanza con le ferie e in alcune zone dell’aumento esponenziale dei bisogni di salute legate al forte incremento turistico, diventa esplosiva. Si lavora a ritmi sempre più elevati, con carichi di lavoro insostenibili mettendo a serio rischio la salute dei lavoratori e dei pazienti”.

Fp Cgil e Uil Fpl ammettono che “su questa crisi pesano ovviamente le responsabilità del Governo centrale che persiste nel definanziare il Servizio sanitario nazionale e nel mantenere norme capestro come quella relativa ai vincoli di spesa sul costo del personale che sta strozzando la sanità pubblica ed in particolar modo i sistemi regionali a forte preminenza pubblica come quello della Toscana”.

Ma poi entrano nel merito della situazione: “le misure alternative adottate come la pronta disponibilità, l’aumento di ore di straordinario, la flessibilità, il personale con contratti atipici e l’incontrollato ricorso alle prestazioni aggiuntive, ormai diventate uno strumento ordinario di programmazione del lavoro (quando dovrebbe invece essere usate per situazioni emergenziali e non programmabili o per l'abbattimento delle liste di attesa) non sono in grado di dare le risposte necessarie al sistema.

In sostanza si spendono risorse per comprare a caro prezzo lavoro supplementare invece di assumere, e nel contempo si impoveriscono i lavoratori con rinnovi contrattuali di poche decine di euro a fronte di un tasso di inflazione a due cifre costringendoli a lavorare di più per poter mantenere il proprio reddito.

Aldilà di come vogliamo chiamare i vari strumenti questo non è altro che un ritorno al cottimo vero e proprio”. Secondo i sindacati di categoria di Cgil e Uil, siamo di fronte all’”ennesimo schiaffo ad un personale sanitario e socio sanitario che con il suo impegno e le sue capacità ha tenuto in piedi il sistema sanitario in un momento particolarmente difficile sopperendo alle carenze della politica e delle istituzioni.

In una situazione del genere le aziende sanitarie e le istituzioni non possono nascondersi o fare finta di non vedere ma prendersi le proprie responsabilità”. Ed ecco le richieste: “serve un piano di assunzioni stabili che riguardi tutte le professioni, dal ruolo tecnico a quello sanitario e socio sanitario e se è uno scandalo che la graduatoria OSS a fronte di migliaia di idonei ha visto sul nostro territorio scorrere meno di 10 assunzioni, è ancora più scandaloso che per alcune figure professionali fondamentali come i tecnici di laboratorio, radiologi e ostetriche non esiste nemmeno una graduatoria concorsuale valida da cui attingere.

E appare sempre più paradossale la richiesta della Regione di tornare alla spesa del personale del 2019 senza considerare le trasformazioni del sistema e l’attivazione di nuovi servizi ,come se rimettere indietro le lancette magicamente faccia tornare alla normalità”. In questo quadro Fp Cgil e Uil Fpl intendono aprire un confronto che porti alla pianificazione di interventi strutturali in grado di dare risposte ai lavoratori e ai cittadini.

“Un confronto che non può limitarsi alla mera analisi delle difficoltà e alla semplice presa d’atto di problemi troppo spesso dichiarati irrisolvibili ma che invece si misuri con azioni concrete capaci di rilanciare il ruolo centrale della sanità pubblica e il diritto fondamentale di ogni cittadino alle cure.

Tale confronto deve interessare le Aziende sanitarie , le istituzioni , a partire dalla Regione fino alle comunità locali e tutti i soggetti interessati ad una sanità pubblica e universale. Servono risposte ed interventi rapidi e concreti altrimenti il sistema sanitario pubblico rischia una crisi da cui difficilmente potrà riprendersi”.