Arezzo, 14 dicembre 2016 - E' in silenzio da luglio, ha deciso di parlare a Natale: e di chiarire i contorni di uno dei colpi più clamorosi degli ultimi anni, il furgone della Securpol sparito con un carico di 4 milioni di oro. Lui è il vigilante che era al volante, Antonio Di Stazio, arrestato dai carabinieri dopo essere ricomparso al termine di una fuga durata giorni e giorni.
Ha chiesto di essere interrogato dal Pm Angela Masiello che conduce le indagini. Che Di Stazio fosse uno degli autori del colpo è un fatto che nessuno mette più in dubbio. Ma chi gli fece da complice? Chi altri è coinvolto in questo episodio? Chi lo ha lasciato da solo a subire le conseguenze dell’accaduto?
Insieme ad un collega faceva il giro pomeridiano delle aziende per raccogliere l’oro da depositate nel caveau della Securpol. D’improvviso il colpo di scena: l’altro scende per entrare in ditta, Di Stazio dà gas al furgone e sparisce.
Il vigilante fa alcune centinaia di metri fino a una stradina, sopra l’area di servizio Badia al Pino Ovest. Il furgone vuoto loo ritrovarono i carabinieri. Di Stazio ricomparve solo dopo una decina di giorni a Lucca, al comando provinciale dei carabinieri: mi cercavate? Dopo qualche giorno l'arresto.
Ora la svolta. Gli è già stata notificata la chiusura delle indagini. E nel periodo utile a presentare documenti o materiale difensivo, chiede di parlare, in accordo con il suo nuovo legale, l'avvocato Daniela Paccoi di Perugia. Dietro l'angolo una richiesta di patteggiamento? Lo scopriremo presto.