REDAZIONE AREZZO

Gatto morto: è una forma di rabbia, inchiesta nazionale. Obbligo del guinzaglio per i cani

Equipe di esperti dal ministero. La padrona del micio dopo il morso sta bene. Patologia riscontrata una volta sola e nei pipistrelli. Sindaco ordina la misura di sicurezza

Gatto in una foto di repertorio (L.Gallitto)

Arezzo, 29 giugno 2020 - Il giallo del gatto, purtroppo morto. Il Ministero della Salute ha costituito un gruppo tecnico per approfondimenti sul caso del felino morto ad Arezzo e che aveva morso la padrona: l’animale è risultato positivo al Lyssavirus, virus appartenente a un ceppo tipico dei pipistrelli diverso da quello della rabbia classica.

La segnalazione arriva dalla Regione. Il virus è stato isolato su un campione del gatto dal centro di referenza nazionale per la rabbia dell’Istituto zooprofilattico delle Venezie. Prima questo Lyssavirus era stato rinvenuto una sola volta nl mondo, in un pipistrello del Caucaso nel 2002, ma mai è stata confermata la capacità di infettare animali domestici o l’uomo.

Attualmente secondo il ministero non ci sono evidenze di trasmissione da animale a uomo. Quindi nessun rischio di epidemia. A titolo precauzionale, le persone venute a contatto con il gatto sono state sottoposte a profilassi.

Ma le loro condizioni sono buone. In serata il sindaco ha emesso due ordinanze urgenti. Ha disposto il sequestro degli animali della signora (un cane, un gatto e tre gattini) e il loro affidamento al canile.

E che fino al 27 agosto, i cani, anche se muniti di museruola, non possano circolare se non al guinzaglio, comunque quasi sempre obbligatorio. E quelli vaganti non siano restituiti se non dopo 6 mesi di osservazione. I padroni devono segnalare subito il manifestarsi di qualsiasi sintomo sospetto.