FEDERICO D’ASCOLI
Cronaca

Gelli: "È una vergogna". L’ambasciatore spiato nello scandalo dossier: "Pronto a denunciare"

Il figlio del Venerabile Licio della P2 oggi è rappresentante del Nicaragua in Spagna e in altri quattro Paesi: "Ho subito una gravissima violazione della privacy: sono sgomento. Adesso seguo gli sviluppi dell’inchiesta".

Gelli: "È una vergogna". L’ambasciatore spiato nello scandalo dossier: "Pronto a denunciare"

"È una vergogna". Non usa mezze parole per mascherare la rabbia Maurizio Gelli. È al telefono da Madrid dove vive da un anno e mezzo come ambasciatore del Nicaragua.

Il nome del figlio del Venerabile Licio, già capo della loggia P2, è nell’elenco dei Vip spiati abusivamente dal finanziere Pasquale Striano. Il militare avrebbe compiuto centinaia di accessi abusivi al sistema informatico delle Segnalazioni di operazioni sospette, sbirciando negli affari e nei conti di politici e vip dello spettacolo e dello sport. Resta il punto interrogativo su come siano state utilizzate le informazioni recuperate nelle banche dati del luogotenente, indagato per accesso abusivo a sistemi informatici, falso e abuso d’ufficio.

È un lungo elenco di nomi di personaggi di primo piano anche del mondo economico del Paese quello sui quali ha compiuto accessi ritenuti abusivi alle banche dati in uso alla procura nazionale antimafia Pasquale Striano, ufficiale di polizia giudiziaria già comandante del gruppo Sos trasferito ad altro incarico in seguito all’indagine della procura di Perugia. Emerge dall’invito a presentarsi ai magistrati coordinati da Raffaele Cantone, con i quali si è però avvalso della facoltà di non rispondere.

I capi d’accusa, alcuni contestati in concorso con il magistrato Antonio Laudati, sono contenuti in oltre una sessantina di pagine. Autonomamente Striano è accusato dell’accesso abusivo alle banche dati per "consultare le informazioni" su politici e personaggi del mondo economico. Quasi tutte per la segnalazione di operazioni sospette.

Nel calderone degli spiati anche Maurizio Gelli, il secondo figlio di Licio che a 64 anni ha di recente fatto il pieno delle ambasciate in Europa del Nicaragua. Nel Paese del Centro America si era stabilito diversi anni fa.

Oggi è il rappresentante diplomatico del regime di Daniel Ortega in Spagna ma anche in Andorra, Grecia, Repubblica Ceca e Slovacchia.

Gelli, come ha saputo di essere spiato?

"L’ho scoperto dai giornali italiani. Lo considero un fatto gravissimo di cui si dovranno individuare i mandanti. Lasciar passare così tanti accessi a banche dati per raccogliere informazioni riservate è indegno per una democrazia come l’Italia. Mi auguro che l’inchiesta chiarisca presto i contorni di una vicenda inquietante e soprattutto inaccettabile".

Ha intenzione di denunciare chi l’ha spiata?

"Seguo con attenzione l’evolversi dell’inchiesta. Quando sarà fatta luce sulle responsabilità che vanno oltre il finanziere accusato saremo pronti a valutare la nostra posizione in giudizio".

Come si sente in questo momento?

"È una sensazione molto spiacevole per un grande Pese come l’Italia perché va a toccare un tema delicato come quello della privacy che ogni Paese dovrebbe tutelare e invece qui l’attività, secondo le accuse, era portata avanti da un militare della guardia di finanza. Qualcuno ha evidentemente commesso un reato e dovrà pagarne le conseguenze insieme a chi ha commissionato il dossieraggio".

Lei viveva nell’appartamento in zona Giotto che ha ospitato anche suo padre ai domiciliari, oggi è in Spagna dopo vent’anni in giro per il mondo da diplomatico.

"Sono stato prima in Nicaragua, poi in Uruguay, dove adesso l’ambasciatore è mio figlio Licio Junior. Sono arrivato a Madrid passando dal Canada. Oggi mi muovo tra Andorra, Grecia, Repubblica Ceca e Slovacchia dove rappresento il Nicaragua".

In città aveva interessi nel settore automobilistico, li ha abbandonati?

"L’attività diplomatica su cinque Paesi mi assorbe completamente, non ho tempo per curare altre attività professionali".