“Volevano un autolavaggio insieme”. L’ipotesi sul giallo dell’acido

Il titolare dell’officina, indagato per favoreggiamento, ha raccontato la sua versione alla Pm. Le ipotesi di reato vanno dalle lesioni gravissime fino al tentato omicidio

Il giovane fu ricoverato d'urgenza

Il giovane fu ricoverato d'urgenza

Monte San Savino (Arezzo), 19 settembre 2024 – Sarebbero dovuti diventare soci. Il progetto era quello di aprire un autolavaggio insieme. Il giovane pakistano, 29 anni, avrebbe dato all’amico dei soldi: diverse migliaia di euro per il grande acquisto, circa 8mila. Acquisto che poi non si era concretizzato. E lui rivoleva il denaro indietro che però non è ritornato. Un debito: sarebbe questo il punto di partenza della lite sfociata nella violenza. È il primo tassello da cui prendono il via le indagini della Procura di Arezzo. Le ipotesi di reato vanno dalle lesioni gravissime fino al tentato omicidio.

La trama dei fatti impone ancora il condizionale ma è quanto riferito agli investigatori dal titolare dell’officina, indagato per favoreggiamento. In un primo momento avrebbe riferito ai carabinieri che quando era arrivato il ragazzo era già ferito, salvo poi rettificare dicendo che aveva visto i due litigare. È stato interrogato il 6 settembre. Tutto è a verbale e tutto è da riscontrare in quella che giorno dopo giorno assume i connotati di un giallo sempre più complesso e delicato.

Per questo gli inquirenti procedono con il loro lavoro nel più stretto riserbo: passando al setaccio le informazioni emerse finora. Quel che è certo è che il giovane il pomeriggio di ferragosto venne ritrovato gravemente ferito. Aveva ingerito acido muriatico. Fu costretto? Al momento è un’ipotesi che gli inquirenti non possono escludere. Il fascicolo sulla scrivania della Pm Julia Maggiore ipotizza lesioni gravissime ma anche il tentato omicidio: ad ora la formulazione del capo di imputazione rimane vaga e lo sarà fino a quando sarà fatta richiesta di rinvio a giudizio, se verrà fatta.

Il pakistano, 29 anni, non ha sporto denuncia, almeno per il momento. Ma l’inchiesta va avanti con il pilota automatico visto che si tratta di un’ipotesi di reato per cui si procede d’ufficio, cioè senza querela di parte. Avviene in virtù delle gravi lesioni che ha riportato. Ha trascorso quasi un mese all’ospedale: prima la lavanda gastrica al San Donato di Arezzo poi, viste le gravi condizioni, il trasferimento al Cisanello di Pisa dove è rimasto in come fino a qualche settimana fa. Ha rischiato di morire. Gli hanno ricostruito l’esofago.

Sono le sue parole quelle che potranno fornire ulteriori chiarimenti sulla vicenda, quella di un mistero che un mese fa sembrava un banale incidente: un ragazzo al lavoro che erroneamente aveva bevuto del detergente per auto pensando fosse acqua. Le cose sembrano andare in un’altra direzione.