Salvatore Mannino
Cronaca

Giallo al cimitero: aprono la tomba del nonno, è vuota, il caso finisce in Procura

9 fratelli tentano di esaudire il desiderio della madre: seppellitemi coi miei genitori. Lapide intatta, nel loculo niente. Esposto. Salma già estumulata nel 1979, forse ossa perdute 40 anni fa

Visite al cimitero

Arezzo, 4 ottobre 2021 - La sorpresa è di quelle che ti immagini nei film horror, forse negli incubi che affiorano nel cuore della notte per poi sparire nel soprassalto del risveglio. La tomba del nonno, quel loculo nel quale un’intera famiglia si è raccolta per anni, ha portato i fiori, ha mormorato forse, se ci crede, una preghiera, era vuota. Niente, nemmeno l’ombra di un resto oltre la lapide con tanto di nome e di foto.

Cosa sia successo delle ossa non lo sa nessuno e adesso nove fratelli, assistiti dagli avvocati Tiberio Baroni e Simona Dolenti, si apprestano a fare denuncia in procura per vilipendio di cadavere, articolo 410 del codice penale. Anche se, è bene precisarlo subito, sarà difficile risalire a eventuali responsabili, le cui colpe, ove pure ci fossero, risalirebbero a più di quarant’anni fa.

Comincia tutto lo scorso aprile, quando muore l’anziana madre dei fratelli, dopo aver espresso un desiderio che era quello di una vinta intera: seppellitemi insieme a mia madre e mio padre, i nonni appunto. Siamo in una delle quelle famiglie in cui le richieste, specie se sono quelle della mamma appena defunta,si rispettano. I parenti, dunque, si muovono per riunire le tre salme o almeno, per i nonni, quel poco che ne resta, tumulato nei cimiteri di Ceciliano e San Leo.

Ci vogliono le autorizzazioni di polizia mortuarie ma arrivano in pochi giorni, l’incubo comincia dopo, quando si va a riaprire la tombe di Ceciliano, dove il nonno era stato sepolto addirittura nel 1947, una vita fa. Va precisato però che la salma era già stata estumulata nel 1979, con le ossa raccolte, o almeno così pareva, in una cassettina e poi riposte in un loculo più piccolo, di quelli tipo ossario che si trovano ancora nei cimiteri, specie in quelli di campagna.

Sempre però con la foto originaria, il nome e le date di nascita e morte. Bene, per esaudire il desiderio della madre defunta bisogna rimuovere quella lapide di marmo e poi provvedere al trasferimento in un altro colombario. Operazione per la quale la legge richiede la presenza di almeno uno dei parenti più stretti. E lì arriva il colpo di scena.

Già, perchè quando gli operatori cimiteriali, come si chiamano ora quelli che un tempo erano più popolarmente i becchini, aprono la tomba ci vuole poco a capire che dentro non c’è niente: le mura del loculo ma nessuna traccia di cassetta e ossa. I fratelli restano increduli, allibiti: cosa mai può essere successo? La prima ipotesi è quella di un errore di loculo, che già sarebbe macabro: nomi e resti scambiati.

Si va allora a controllare l’archivio storico del cimitero, dal quale però risulta che in quella tomba minima erano conservate proprio le ossa del nonno. Nè è da pensare che la tomba sia stata violata: la lapide esterna è intatta. E d’altronde, fanno sapere da Multiservizi, cui da 12 anni sono affidati il cimitero monumentale di Arezzo e tutti gli altr del comune, al minimo segno subito sarebbero stati chiamati i carabinieri Il mistero rimane irrisolto e la famiglia si affida a un primo avvocato, che avvia la pratica legale, chiedendo una mediazione in tribunale con il Comune, che all’epoca della prima estumulazione aveva ancora la gestione dei cimiteri poi passata a Multiservizi.

L’ente pubblico propone, per quanto trapela, un risarcimento stragiudiziale. I parenti non ci stanno e si affidano ai nuovi legali, Baroni e Dolenti appunto, che preparano l’esposto per vilipendio di cadavere. Su cosa sia successo si possono fare solo ipotesi. Può essere, ad esempio, che ci sia stato un errore al momento dell’estumulazione del 1979, che le ossa siano state disperse o sepolte nell’ossario comune senza mai essere riseppellite nel piccolo loculo.

Ma chi andare a cercare per una responsabilità di oltre quarant’anni fa, con dipendenti diversi e oltretutto sotto un’altra gestione? Resta lo sconcerto dei nove fratelli, il pensiero straniante che la madre sia andata per decenni a portar fiori e pregare davanti a una tomba vuota