"Tutti i toscani dovrebbero visitare la mostra ad Arezzo, evento clou della Toscana". Il governatore Eugenio Giani attraversa le sale della Galleria d’arte moderna e contemporanea ed è rapito dall’insieme dei capolavori che narrano Vasari. Si sorprende davanti alle opere dell’artista che seppe esaltare la gloria di Cosimo I dei Medici e con lui tessere la trama di un’amicizia che li unì anche nel momento della morte. È Giani a lanciare l’evento che celebra i 450 anni dalla morte del maestro del Rinascimento nel tour aretino del gran debutto. "È una mostra che esalta la Toscana nell’anno del centenario di Vasari e Cosimo I, morti a distanza di due mesi uno dall’altro, a testimonianza del rapporto profondo che li ha uniti per venti anni", ricorda Giani. Che si sofferma sul valore dell’esposizione con opere arrivate dalle prestigiose gallerie di New York, Parigi e Vienna, ma anche dagli Uffizi e da numerose istituzioni fiorentine e italiane. "Si tratta del principale evento toscano: capolavori per che per la prima volta si possono ammirare qui tutti insieme, come mai era successo prima e come probabilmente, non accadrà per molto tempo".
L’impegno del"Noi abbiamo supportato con forza e convinzione l’evento espositivo, per rendere omaggio a Vasari e al tempo stesso per ricordare i 450 anni dalla morte dei due costituenti toscani: Cosimo e Vasari". la Regione. Osserva ogni dettaglio di una delle opere che lo emoziona: è il San Girolamo che resiste alle tentazioni. "Un dipinto straordinario per significato e tecnica" e più in generale apprezza la mostra aretina promossa da Comune e Fondazione Cr Firenze con il sostegno della Regione e in collaborazione con la Fondazione Guido d’Arezzo, la Direzione regionale dei musei della Toscana e il ministero della Cultura.
"È un concorso di prestiti molto importanti che a partire dagli Uffizi a numerose istituzioni culturali, hanno portato ad Arezzo capolavori straordinari che compongono il percorso di vita, artistica ed umana, di Vasari. E mettono in risalto il ruolo storico, fondamentale per l’identità della Toscana". Il pittore, il letterato, l’architetto, il "ministro" della cultura alla corte di Cosimo I de’ Medici. Il presidente Giani tratteggia il profilo di un protagonista del suo tempo qui ben rappresentato, perchè "la mostra pone bene in evidenza la funzione fondamentale della sua opera per costruire il mito e l’identità della Toscana moderna".
Strategico l’incontro con Cosimo I de’ Medici: "Ebbero rapporti di lavoro ma anche di amicizia dal 1554 al 1574; Vasari fu l’ispiratore di Cosimo, lo statista che ha costruito la Toscana moderna, ma grazie a Vasari seppe imprimere una identità culturale molto forte". La gloria dei Medici e del granduca tradotta nel progetto e nella realizzazione di Palazzo Vecchio, con il salone dei Cinquecento dove Vasari lascia la sua impronta di grande architetto. E il mirabile Corridoio Vasariano che unisce il palazzo del potere alla reggia dei Medici: Palazzo Pitti. Giani si sofferma sulla Chimera: "Mi ha colpito l’allestimento della Chimera al centro della sala tra i capolavori dell’artista che fece trasferire a Firenze per la gloria di Cosimo I. Qui sta il senso di un uomo che nel Cinquecento rinnova con il bronzo etrusco le radici dell’identità dei toscani".