LUCIA BIGOZZI
Cronaca

Giubileo, apertura tra luci e banchini. Processione solenne da S.Domenico. Spazio a carcere, Rondine e ospedale

Il vescovo guida il rito e invita al pellegrinaggio fuori e dentro se stessi, l’attenzione ai più fragili. Rilievo ad eremi e santuari, la scelta contro corrente di luoghi laici. La Verna da una porta santa all’altra.

Il pellegrinaggio lo ha iniziato per primo. In poche ore, quelle che hanno preceduto il Natale, il vescovo Andrea Migliavacca ha visitato gli ammalati al centro cure oncologiche, il Calcit, i malati all’ospedale della Fratta. Poi è salito in preghiera fino alla Verna, ricoperta di neve. Oggi il pellegrinaggio lo guiderà.

È il giorno del Giubileo: a livello universale è partito la vigilia di Natale, con i passi pur incerti del Papa verso la porta santa. Nella diocesi tutte le sveglie sono puntate alle 16.30. Una processione dalla Basilica di San Domenico fino alla Cattedrale, entrando da via Sassoverde, curvando davanti al seminario e poi chiudendo il percorso in via Ricasoli. Un cammino breve ma tra i turisti che ancora affollano la Città di Natale, davanti alla porta non santa ma di Eurochocolate, sotto la cometa luminosa che campeggia sul sagrato. Un pellegrinaggio che il Papa ha posto come condizione dell’anno santo e che il vescovo Andrea ha sposato fino in fondo. Un cammino che è insieme un percorso non dentro ma fuori delle chiese. Anche se alle 17 la processione confluirà in Duomo, anche se una Messa solenne (in diretta su Tsd) aprirà dodici mesi straordinari, anche se lo stesso Andrea lancerà nell’omelia l’appello non solo alla città ma a tutta la Diocesi.

I lineamenti, sono già chiari: basta unire i puntini dei luoghi giubilari, un po’ come avviene con i cruciverba. Un risultato a sorpresa. Ci sono certo le "porte" più attese: la Cattedrale, i Santuari delle Vertighe, della Verna e di Santa Margherita, gli eremi di Camaldoli e di Monte Casale. Scelte forse attese anche se non del tutto: la scelta su Cortona di Santa Margherita e su Sansepolcro di una comunità monastica hanno il sapore del pellegrinaggio sì ma alle radici della fede.

Ma le vere sorprese sono oltre. La comunità di Rondine, ad esempio: nel borgo della pace si vive con particolare emozione un riconoscimento senza precedenti. Sono abituati all’Onu ma non pensavano certo di diventare sorta di "porta santa" della chiesa universale. E di sicuro non lo pensavano all’ospedale San Donato, la cui cappella è stata baciata dalla scelta.

E men che meno in carcere, il luogo che il Papa ha eletto al centro del Giubileo, a Roma da Rebibbia, ad Arezzo, grazie al vescovo, dal San Benedetto. Chi visita i luoghi giubilari ha diritto all’indulgenza plenaria, sia pur supportata dalla confessione, dalla comunione, dalla preghiera e almeno da un’opera di carità.

Un pellegrinaggio dentro e fuori se stessi che dalla processione di oggi si splama dappertutto. L’apertura sarà seguita da quelle domani nella Concattedrale di Sansepolcro e nella Concattedrale di Cortona, affidate ai vicari di zona. E poi da un calendario fitto di viaggi, meta soprattutto Roma, coinvolgendo giovani, religiosi, l’intero corpo diocesano, le realtà più diverse. Un cammino al quale il vescovo ha già impresso il passo fin dalla notte di Natale: il pressing sui fedeli che verifichino la loro vita, l’indicazione non solo a loro ma a tutti dei più fragili, dai detenuti ai poveri ai migranti, da non dimenticare. Un anno nel quale la diocesi si muove sfiorando cioccolato, ruote panoramiche, banchini. E che da domani va al centro di un intero anno. Fino alla cima della Verna: la porta santa per l’anniversario delle Stimmate si è chiusa da meno di tre mesi e già i passi dei pellegrini (quasi un milione in dodici mesi) tornano sulla salita del monte. Lasciando una traccia profonda, sulla neve e sulla fede aretina.