Salvatore Mannino
Cronaca

Giungla d'appalto: così doni e pranzi per i cantieri, ci sono le grandi strade aretine

Bottiglie nelle migliori enoteche, ristoranti: la mappa nelle carte dell'inchiesta. Quasi sempre affidamenti diretti, per evitare il rischio dell’asta, di tratti spezzettati ad arte

Un cantiere dell’E45

Arezzo, 4 ottobre 2017 - Mangiavano (nel senso letterale del termine) sulle grandi infrastrutture aretine. Eh sì, nell’inchiesta sulla cosiddetta «banda del 5 per cento», i dirigenti dell’Anas di Firenze che avrebbero dirottato gli appalti stradali agli imprenditori che in cambio avrebbero «regalato» loro di tutto, dai pranzi nei migliori ristoranti, alle bottiglie di vino pregiato o di champagne e persino ai panettoni e alla cioccolata di marca, ci sono di mezzo le opere viarie più importanti di questo territorio, dalla E45 alla Due Mari, dalla tangenziale di Arezzo al raccordo autostradale per Battifolle.

Quasi sempre affidamenti diretti, per evitare il rischio dell’asta, spezzettate ad arte, appunto, in modo che non fosse necessario ricorrere alle gare, con destinatari che altrettanto spesso erano alcune fra le maggiori aziende della provincia. In tal senso, l’avviso di chiusura indagine a carico di 4 dirigenti dell’Anas e di 17 imprenditori, è minuzioso nel ripercorrere appalto per appalto, ditta per ditta, regalia per regalia.

Tre dei pezzi grossi del compartimento toscano dell’azienda nazionale per le strade sono gli stessi che avevano ricevuto qualche mese fa un altro avviso di chiusura indagine, quello per il pessimo stato della E45, un vero e proprio scandalo nazionale, sul quale si sono concentrate due procure: Arezzo, per il tratto toscano, e Forlì per quello romagnolo.

Si tratta dell’ex capodipartimento Antonio Mazzeo (già arrestato per un altro caso e poi rimosso), di Alfredo Cavalcanti, responsabile dell’area tecnica, e di Maurizio Polvani, aretino di Rigutino, capo della manutenzione per le province di Firenze, Arezzo e Siena. Il quarto, Rafel Isoldi, è invece una new entry. Nell’inchiesta del procuratore Roberto Rossi, ormai prossima alla richiesta di rinvio a giudizio l’accusa è attentato alla sicurezza dei trasporti, qui invece è corruzione.

Un po’ due facce della stessa medaglia: da una parte l’abbandono o i lavori che durano poco, dall’altro il modo in cui venivano aggiudicati gli appalti. Prendiamo ad esempio il primo capo di imputazione contestato dai Pm fiorentini GiulioMonferini e Giuseppina Mione. Lì gli affidamenti nel mirino sono una decina, per un totale approssimativo di mezzo milione. Se ne avvantaggia la Lucos Srl di Sansepolcro, con a capo Rolando e Cosimo Luzzi, che lavora un po’ dappertutto: sette cantieri sulla E45 e poi ancora sulla Due Mari, sulla tangenziale del capoluogo e sul raccordo di Battifolle.

In cambio, secondo l’accusa, Mazzeo, Cavalcanti e Polvano ricevono prodotti alimentari di pregio e pranzi in un’enoteca di Sansepolcro per quasi 7 mila euro. Lo stesso sistema funziona anche per altri imprenditori aretini: Giampiero Gellini, dell’azienda omonima (lavori per 200 mila euro, regalie per 8 mila), Osvaldo Ciabatti della bibbienese Lacol (omaggi per quasi 2 mila euro), Istituto Metronotte di Arezzo ed Edilstrada di Castiglion Fiorentino.

In questi ultimi due caso cambia il corrispettivo: destinatario è sempre Polvani, ma nel primo caso avrebbe ottenuto una promessa di assunzione come vigilante per il nipote, mentre nel secondo si sarebbe fatto ristrutturare casa dalla ditta vincitrice. Si allarga anche la platea dei ristoranti (a Firenze e a Roma) e delle enoteche in cui venivano acquistati vino e champagne (c’è anche uno dei più prestigiosi locali aretini). E intanto la E45 o la Due Mari continuano a marcire.