LAURA LUCENTE
Cronaca

Gli agricoltori in marcia . I trattori verso Firenze

I coltivatori non si arrendono e proseguono la loro protesta tutti insieme. Lunedì dalla Valdichiana con ogni tipo di mezzo si trasferiscono in piazza Antom. .

Gli agricoltiri sui trattori per le strade della Valdichiana

Gli agricoltiri sui trattori per le strade della Valdichiana

Gli agricoltori non si arrendono. Pronta la "marcia" di protesta verso Firenze. "Ci eravamo spostati a Livorno e avevamo chiesto un incontro con il presidente della regione Toscana Eugenio Giani, ma purtroppo non abbiamo avuto risposta", commenta l’imprenditore agricolo cortonese Andrea Faralli che insieme al collega senese Fabio Iacomini sono diventati i referenti del presidio agricoltori della Valdichiana. "Così, di comune accordo con gli altri presidi della Toscana, abbiamo deciso di spostarsi su Firenze. Lunedì partiremo da Valdichiana con trattori, auto e furgoni per trasferisci al nuovo presidio a Firenze in piazza Antom, davanti al mercato ortofrutticolo". Una 20 i trattori che partiranno dalla Valdichiana insieme ai colleghi di Siena e del Valdarno, per dare il proprio contributo alla protesta. Dopo alcuni giorni al Casello Valdichiana la protesta si è spostata ad Arezzo e poi, fino a Livorno.

Ora è la volta del capoluogo di Regione dove sosteranno per almeno 3 giorni in attesa che Giani li riceva. "Ci siamo mossi seguendo un programma nazionale – conferma Faralli - i sindaci del territorio hanno accettato di incontrarci e dialogare con noi. Abbiamo già avuto anche un incontro con il prefetto di Siena e martedì lo faremo con il prefetto di Arezzo. L’appoggio è stato corale così come l’interesse ad aiutarci. Al momento l’unico che non si è degnato di rispondere alle nostre sollecitazioni è proprio il presiedente Giani". Il presidio della Valdichiana, ha ufficialmente aderito quest’anno al Coordinamento Agricoltori e Pescatori Italiani (COAPI), sottoscrivendo il documento che ha chiamato alla mobilitazione nazionale. L’obiettivo è chiaro: chiedere al Governo la dichiarazione dello Stato di Crisi per il settore agricolo e l’attuazione di misure straordinarie per affrontare le gravi difficoltà che attanagliano il comparto. Chiesta la valorizzazione del made in Italy, oltre un aiuto concreto per combattere la concorrenza sleale,

Tra i temi sul piatto oltre alle difficoltà legate alla competitività del settore, c’è la carenza di risorse idriche e l’assenza di interventi strutturali continuano a mettere a rischio il futuro di tante aziende agricole e, con esse, l’intero territorio. "Continuiamo a sentirci presi in giro – conferma Faralli – ad un anno dall’ultima protesta la situazione per noi agricoltori è addirittura peggiorata. Un esempio? Il grano è arrivato a 25 euro al quintale, lo scorso anno erano 35. Ci sentiamo sfruttati". "Tutti mesi ci arrivano rate e pagamenti ma noi non riusciamo a coprirle con i nostri prodotti, ecco perché siamo di nuovo in azione", ricorda anche Iacomini. "Qualsiasi prodotto che si fa ogni anno si commercia a prezzi sempre più bassi mentre i costi per le nostre aziende sono triplicati. E mentre la nostra sopravvivenza è sempre più complicata, il carrello della spesa per il consumatore è sempre più pesante, c’è un cortocircuito".