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Alunni all’opera sulla Chimera: con colla e palline di carta riempiono il mostro
Una Chimera così non si era mai vista: splendente nella sua fierezza... di alluminio. Ma non solo. A comporre il mostro mitologico, nella prima installazione artistica realizzata nell’eco-laboratorio della primaria "E.Bettini" di San Leo, sono palline di carta e stagola. Quella che, da che mondo è mondo, avvolge il panino che tutti hanno portato almeno una volta in classe per la ricreazione. Ora, quelli che sono sempre stati considerati solo rifiuti, scatole di cartone, fogli di riviste e giornali vecchi, ma anche la nota copertura argentata delle merende, diventano materiali da riutilizzare, da plasmare con le mani e con il cuore per creare opere d’arte, in un’attività divertente e soprattutto utile all’ambiente. Attraverso il gioco, a scuola, i più piccoli imparano il valore della sostenibilità e l’impatto che i loro gesti hanno sulla natura che li circonda.
A inizio anno scolastico, alunni e alunne hanno iniziato a raccogliere i materiali di scarto, consegnati ai compagni della quarta per creare delle istallazioni e dei quadri con cui abbellire la loro scuole. Il primo soggetto individuato non poteva che essere il simbolo di Arezzo, la Chimera: una scelta simbolica, anche nel contesto delle celebrazioni vasariane che coinvolgono la città. ’Armati’ di forbici, pennelli e colla, gli studenti della "Bettini" dal cartone hanno ricavato migliaia di mattoncini con i quali hanno comporre il mosaico che ha incorniciato la sagoma del mostro mitologico; poi con tantissime palline ricavate dalle pagine dei giornali ne hanno riempito il corpo, conferendogli l’effetto 3D. Infine la stagnola, utilizzata sia per realizzare la criniera, i denti e le unghie della Chimera, sia per le corna della capra, dove è stata impiegata la tecnica della filigrana. Decine e decine di piccole palline posizionate una accanto all’altra, in un lavoro minuzioso - e un ottimo antistress per spezzare le mattinate tra i banchi - da amanuensi del riciclo artistico.
"Lavorare insieme permette di potenziare lo sviluppo di competenze sociali e civiche" ha detto la dirigente scolastica Rossella Esposito. "Attraverso una didattica innovativa e laboratoriale i bambini e le bambine imparano a lavorare insieme, a condividere, a instaurare relazioni interpersonali positive basate sulla cooperazione. Abbiamo notato che queste attività trasversali a tutte le discipline permettono di apprendere tramite deduzioni, scoperte e riflessioni condivise. Una didattica - ha aggiunto - che va oltre il puro apprendimento di conoscenze ma che sviluppa competenze interdisciplinari come l’autonomia e la consapevolezza delle proprie abilità e risorse. Le istallazioni che hanno realizzato fino ad ora, perché ce ne sono altre in itinere, sono frutto di questa didattica".
La seconda istallazione avrà come soggetto Medusa e anche la terza si ispirerà a personaggi mitologici. "Questa iniziativa, che sta appassionando il nostro plesso, non solo riduce gli sprechi, ma trasforma la scuola in un luogo dove si impara con le mani e con il cuore" conclude Esposito.