Salvatore Mannino
Cronaca

Gli consegnano al nido la bimba sbagliata: scatta l'inchiesta interna del Comune

Piccola di due anni al nonno sbagliato. Mezz’ora di paura e allarme rapimento. Poi lui la riporta a scuola. Tanti: "Vanno capiti i motivi dell’errore nella catena dei controlli"

Lucia Tanti

Arezzo, 27 giugno 2021 - E’ la storia di un equivoco che poteva costare carissimo e che per fortuna si è risolta senza danni per nessuno al di là di qualche decina di minuti di panico in cui si è temuto il peggio, addirittura il rapimento di una bambina di appena due anni, finita nelle mani del nonno sbagliato che, chissà perchè, non se ne è accorto.

Uno dei punti oscuri di una vicenda che ha avuto a teatro il complesso asilo nido-scuola materna comunale dell’Orciolaia e che ha provocato l’apertura di un’indagine interna da parte di Palazzo Cavallo: come è stato possibile che una piccina di appena due anni sia stata affidata a mani sconosciute senza che nessuno facesse troppe domande?

Sul posto fra l’altro è intervenuta anche una pattuglia della polizia, il che porta a non escludere un fascicolo della procura, anche se i risvolti penali della vicenda sembrano labili. Comincia tutto nel primo pomeriggio di giovedì, quando un signore in età suona il campanello (sbagliando) del nido e dice che è venuto a riprendersi la nipotina, che invece frequenta la vicina scuola materna.

Qui, secondo il vicesindaco Lucia Tanti, che ha anche la delega sulle scuole, deve essersi verificata una falla, perchè prima che una bimba affidata alla struttura venga consegnata a un estraneo, per quanto si presenti come nonno, dovrebbe esserci l’intervento di almeno due o tre appartenenti al personale interno, dagli insegnanti ai non docenti, quelli che una volta si chiamavano bidelli.

Fatto sta che il nonno si allontana con la piccola senza che nessuno si accorga dell’errore. Che viene scoperto solo pochi minuti dopo, quando al nido dell’Orciolaia arriva un’altra signora, lei sì la parente che tutti i giorni è incaricata dalla famiglia di ritirare la piccola. Scusi, le dicono, ma è già venuta a prenderla il nonno. Non c’è nessun nonno, obietta lei, perchè quelli della piccola vivono lontani ed è subito il panico. La signora avverte il padre, che lascia subito il lavoro e si precipita al nido. La mezzora che segue non vorrebbe mai viverla nessuno.

Si pensa a tutte le ipotesi, compresa quella del rapimento, anche se nessuno capisce come e soprattutto perchè. A risolvere una tensione che è ormai spessa come un banco di nebbia ci pensa appunto il «nonno», che si è accorto di aver sbagliato nipote e la riporta all’Orciolaia. E’ come nel caso del bambino del Mugello: l’elettricità accumulata si scioglie in gloria, tutti i pezzi del puzzle tornano al loro posto, la bimba col padre, l’altra ragazzina col nonno che è il suo. Parrebbe, ed è, un lieto fine.

Ma restano alcune fastidiiose domande, che generano l’intervento della polizia e anche l’indagine interna voluta dal vicesindaco Tanti. La prima è come è possibile che il nonno non si sia accorto che stava prendendo in custodia la nipotina sbagliata. I bambini non sono come i cinesi del proverbio, non sono tutti uguali, specie se, come in questo caso, c’è una differenza d’età che si nota: la piccola vittima dell’equivoco ha due anni, la nipotina vera almeno uno in più. Viene dunque da pensare a una distrazione macroscopica.

Ma il vero quesito è come abbia sbagliato bambina il personale del nido. In questo caso era tutto un equivoco, ma se fosse stato un rapimento, per qualsiasi motivo, la catena di controllo non solo avrebbe fallato ma avrebbe anche favorito un malintezionato.

Errore difficilmente comprensibile che è al centro dell’inchiesta del Comune. E’ il punto sul quale polemizza anche il padre, felice ma ancora arrabbiato: «Mi spieghino - dice al sito Arezzo Notizie - come è stato possibile un qui pro quo del genere. Inammissibile»