di Alberto Pierini
EZZO
La rianimazione continua a riempirsi? E loro ritagliano e disegnano nuovi spazi. La vera emergenza del fronte sanità è tutta lì, nella possibilità di continuare ad accogliere e curare nel modo migliore quanti soffrano di patologie Covid più gravi. Ed è un obiettivo verso il quale gli ospedali cambiano pelle. Con la Usl che prova a fare squadra, sfruttando al massimo non solo il San Donato ma anche le altre strutture del territorio,comprese quelle fuori provincia.
La notizia che vi avevamo anticipato ieri ora trova una conferma ufficiale. Nottola ospita una terapia intensiva Covid a supporto del San Donato. Malati che da Arezzo o dalla provincia saranno convogliati a Montepulciano, ma mantenendo lo stesso livello di cure, uniformate dagli specialisti del settore. Una risposta che si va ad unire a quella di Grosseto, l’altro ospedale Covid della Asl, che già ha accolto diversi dei nostri pazienti.
Intanto prosegue la progressiva trasformazione delle sale operatorie in nuovi spazi di terapia intensiva: ci risulta, ma su questo non ci sono conferme ufficiali, che siano ormai cinque quelle messe a disposizione del reparto, per un totale di dieci posti. E una capienza al San Donato che salirebbe dunque a 22, sulla linea promessa da D’Urso nel pieno della pandemia.
Mosse che non possono non portare con sè scelte drastiche sul resto dell’offerta sanitaria. Sullo sfondo resta lo scenario degli interventi minori al centro chirurgico, anche se in questa seconda ondata la Asl mantiene la priorità di conservare in ospedale percorsi oncologici e cardiologici. Tempi ancora da definire ma riteniamo non lunghi. Mentre gli altri ospedali sono chiamati a giocare in squadra. La Gruccia diventerebbe una sorta di secondo polo no Covid, in particolare per ortopedia e traumatologia.
Mentre il piano annunciato, questo sì, ieri dalla Asl con Nottola prevede anche l’aumento dei centri di cure intermedie. Strutture residenziali destinate a pazienti malati ma non al punto da richiedere l’assistenza ospedaliera. Già è la destinazione data a Foiano, come nella prima ondata, e dovrebbe presto modificare in parte l’ospedale della Fratta e forse di Sansepolcro.
Intanto prosegue la ricerca di almeno un albergo sanitario anche nell’aretino, struttura della quale siamo sprovvisti. Obiettivo della Asl è mantenere anche l’attività ambulatoriale ma è inevitabile si vada verso un calo, magari con destinazioni più territoriali, Ma queste sono mosse dei prossimi giorni. Immediato invece il rinforzo delle Usca, le unità speciali che seguono i malati nelle case, e che si sono ritrovate travolte dall’aumento imprevedibile dei casi. Le unità saliranno a 14: 5 ad Arezzo, 1 in Valtiberina, una in Casentino, tre nella Valdichiana e 4 in Valdarno.
Il tutto rafforzando il rapporto con il 118, in un triage telefonico che quando possibile destini i malati meno gravi sull’assistenza domiciliare "supportata".
E la Asl annuncia tra i rinforzi quello del personale: medici, infermieri, tecnici di laboratorio. Antonio D’Urso annuncia chiamate estese ai giovani: quindi gli specializzati e quelli che si specializzeranno domani. I più partecipano a concorsi Estar, il cui iter, si sa, è lunghetto. Intanto vengono chiamati a rafforzare i futuri colleghi: personale che fatalmente dovrà anche essere formato ma in questa fase ci vogliono forze fresche. Da gettare in campo per provare a vincere la partita del secolo.