ANGELA BALDI
Cronaca

Green pass, sindacato: "No a lavoratori di serie B"

Mugnai, Cgil: "Senza una legge si creano contraddizioni. Auspichiamo tavolo in Prefettura per linee guida e aiuto Asl per vaccinazioni in azienda"

mugnai

mugnai

Arezzo, 24 agosto 2021 - Si dicono contro i no vax ma dicono anche che non devono esserci lavoratori di serie A e serie B. E’ il pensiero dei sindacati che si schierano contro la mancata presa di posizione del Governo: “senza una legge che obblighi al vaccino restiamo col cerino in mano”. Va a ruota libera Alessandro Mugnai segretario generale della Cgil aretina parlando del tema caldo del momento, il green pass e la sua ricaduta sul mondo dei lavoratori. “Prima di tutto va chiarito un punto fondamentale – dice Mugnai - noi pensiamo che vaccinarsi sia un dovere civico e morale. Ma non può esserci una continua altalena tra sindacati e aziende, se la vaccinazione è il criterio più idoneo, il Governo allora deve fare una legge come avvenuto col il vaiolo in passato. Invece viene tenuta una posizione di mezzo per non scontentare nessuno e mantenere equilibri politici, senza una vera assunzione di responsabilità che una legge comporterebbe”.

Ma il segretario della Cgil pur dicendosi favorevole al vaccino e ad una campagna di sensibilizzazione per promuoverlo, sostiene che non ci possono essere discriminazioni tra lavoratori. “Non possono esserci lavoratori di serie A e B – dice Mugnai – pensiamo a un diritto come quello della mensa di cui usufruiscono circa 4500 lavoratori in tutta la provincia (1500 solo in città), senza una legge sul’obbligo del vaccino si creano contraddizioni per stabilire chi entra e chi no. Serve poi qualcuno che si adibisca a controllore. Per questo auspichiamo il ritorno di un tavolo in Prefettura su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro che dia indicazioni e linee guida alle aziende. Ce ne sono alcune più strutturate che hanno messo in atto strategie vincenti come la Fimer di Terranuova che ha adibito una struttura esterna per chi è senza green pass, o la UnoAerre che si fa carico dei tamponi. Ma l’iniziativa è lasciata alle aziende perché manca una legge”.

E se i sindacati sono certi che al ritorno dalle ferie saranno molti i lavoratori a completare il ciclo vaccinale, chiedono però anche la collaborazione dell’azienda sanitaria. “Come sindacato vorremmo massima disponibilità da parte degli organi competenti come la Asl – continua Mugnai - nel fare più vaccini possibile. Non solo entrando nelle aziende per spiegare i vantaggi della vaccinazione e convincere i lavoratori, ma ipotizzando anche piani aziendali con vaccini fatti direttamente nelle grandi aziende o nei poli industriali, magari utilizzando anche qui la formula del camper”. Ma attenzione, per la Cgil il green pass non deve essere un tana libera tutti. “Anche col green pass le aziende devono mantenere alta l’attenzione– dice il segretario Cgil – vanno mantenute mascherine, separatori e dispositivi di protezione e non va ancora abbassata la guardia. Anche perché ricordiamo che da luglio ad oggi se un lavoratore va in quarantena da Covid non ha più diritto alla malattia”.

Ma tra i lavoratori, quali sono le categorie in cui la campagna vaccinale ha preso più campo? “Tra i due sono le lavoratrici donne e non i lavoratori ad essere propense al vaccino senza riserve – dice Mugnai – tra i più favorevoli anche gli addetti di tutti quei settori che durante la pandemia sono stati più esposti al Covid, chi lavora al pubblico, dagli operatori delle mense ai cassieri dei supermercati, passando per tutti i tipi di sportelli a contatto diretto col pubblico”.