
Al tavolo le aziende e i sindacati. I dipendenti: "Asta per licenziare, noi appesi a un filo". Fissato un altro tavolo
Non c’è tempo da perdere. Ora sta alla Prefettura fissare la data del prossimo confronto. Che ci sarà, perché comunque i due interlocutori hanno dato la disponibilità ad aprire una trattativa. Ma i tempi sono stretti: la spada di Damocle sulla testa dei 14 dipendenti ha una scadenza ben precisa, fissata al 5 maggio. Il tanto atteso incontro tra la HSG di Castel San Niccolò e la Toro Wood che di recente si è aggiudicata all’asta l’azienda tessile casentinese, alla fine, c’è stato. Ed è stato, pare, anche molto acceso. Attorno al tavolo convocato ieri pomeriggio ad Arezzo davanti al prefetto Clemente Di Nuzzo c’erano tutti. I sindacati della Filctem Cgil, tre lavoratori della Hsg con il dottor Penna, che rappresenta l’azienda che operante nell’ex Tessitura Vignali, l’amministratore delegato della Toro Wood Tommaso Francalanci con i legali, il sindaco di Castel San Niccolò. E fuori, ad attendere, il resto dei lavoratori con lo striscione che in queste settimane è diventato un simbolo della loro lotta: "Noi della HSG appesi a un filo". Questa la condizione di 14 professionisti che rischiano di essere licenziati entro poche settimane, quando lo stabilimento dove ogni giorno lavorano a pieno regime passerà in mano alla nuova proprietà. Che col tessile non ha proprio nulla a che fare, visto che si occupa di stoccaggio e vendita di carbone.
"Per la prima volta abbiamo conosciuto la proprietà - dice Alessandro Mugnai, della Filctem Cgil - Il confronto è stato maggiormente tra Toro Wood e Hsg perché la prima ha acquistato l’azienda ma ha principalmente bisogno dello stabile e la seconda, che è in affitto di ramo d’azienda, per lavorare ha bisogno dello stabilimento. Ci sono stati degli avvicinamenti per trovare delle intese, ma i due soggetti dovranno continuare a colloquiare in sede istituzionale. Anche perché - continua il sindacalista - la Toro Wood a breve diventerà proprietaria dell’attività e anche in un eventuale accomodamento in altro luogo della Hsg ci sono tempi dettati dal mercato. Ci sono state determinate proposte e aspettiamo con ansia il prossimo incontro davanti al prefetto, perché ci sono posti di lavoro a rischio".
Fuori il drappello degli operai guarda preoccupato al futuro che li attende, puntando il dito su quanto accaduto con l’asta. che ricordiamo, è stata vinta con una differenza d’offerta di appena 5mila euro. "Nel mondo normale si mette all’asta un immobile vuoto, non uno con dentro i dipendenti di un’attività lavorativa che funziona, e che passa in mano, senza continuità di lavoro, a uno che ci farà un magazzino. Questa è la cosa assurda, è stata un’asta per licenziare invece di salvaguardare l’azienda che l’aveva in affitto e che lavora a pieno regime". Vite appese, dicevamo. La loro sorte, quella di 14 persone, delle loro famiglie, dipende da un filo, che rischia di essere tranciato da un momento all’altro se i due interlocutori resteranno ai due lati del tavolo. C’è da far presto.
Marianna Grazi