Continua l’assalto. Per la Taitu di via Sergio Ramelli è la terza visita dei ladri da aprile. Per il distretto orafo aretino siamo invece a quota 17. Stavolta il bilancio dei malviventi è di 50 chili di argento: un bottino da oltre 30mila euro. Erano le 22:30 quando è scattato l’allarme. I proprietari sono saliti in auto e hanno raggiunto l’azienda. Sul posto sono arrivati anche i carabinieri ma i ladri avevano già saccheggiato quel che potevano. All’opera sarebbero state quattro persone. Tutte con i volti travisato, così hanno potuto agire con il favore della notte.
Un colpo chirurgico. Studiato nei dettagli. È durato pochi minuti: il tempo necessario per introdursi, prelevare i preziosi e darsela a gambe. Probabile che lì fuori ci fosse qualcuno ad aspettarli: un complice, un palo, qualcuno che tenesse sotto controllo la situazione pronto a pigiare sul gas al momento opportuno.
La dinamica del furto, dicevamo. Hanno tagliato la recinzione e con dei grossi martelli hanno sfondato la porta d’ingresso. Così sono entrati dentro la ditta scelta come bersaglio. Poi è iniziata la razzia nel laboratorio. Circa 30mila euro di argento depredato, ma sembrerebbe una stima destinata al rialzo. Qualche immagine c’è ma per i carabinieri di Arezzo non sarà facile individuare i furfanti. Le indagini hanno preso il via subito sotto la guida del tenente colonnello Paolo Minutoli, comandante della Centrale operativa di Arezzo.
Non è la prima volta che la Taitu finisce nel mirino del commando. Già ad aprile l’azienda era finita nel turbino della cronaca. Allora era stato il momento dei “ladri acrobatici“, quelli che si erano intrufolati dal tetto dove avevano aperto un varco spostando alcuni pannelli in lamiera. Gli “uomini ragno“ avevano così afferrato quel che potevano per poi sparire. Un modus operandi diverso che non fa pensare agli investigatori che si tratti della stessa banda. Come è probabile che non siano gli stessi i ladri che l’agosto scorso hanno tentato la notte all’azienda di via Sergio Ramelli ma senza entrare né rubare nulla. In totale, tra colpi andati a segno e non, la Taitu è arrivata a quota tre in 6 mesi.
Sono stati invece 17 quelli in tutto il distretto orafo aretino: un cosmo di 1200 aziende che da inizio anno sta subendo un colpo dietro l’altro. Anche il Viminale aveva attenzionato la questione con il vertice in estate ma la risoluzione è ben lontana dalla realtà dei fatti costellata da episodi di cronaca come questi, uno dietro l’alto. Nonostante un “armistizio“ di pochi mesi, nella seconda metà dell’estate, la sequenza di furti è ripresa a fine settembre con un blitz da 300mila euro alla oro Linea Due di via Chiarini. Dopo qualche settimana ecco l’ennesimo colpo. È di nuovo allarme.