CLAUDIO ROSELLI
Cronaca

I muri raccontano la storia di Pieve. Installate le "mattonelle parlanti" per conoscere i fatti di 80 anni fa

In piazza Plinio Pellegrini e all’ex asilo Umberto I sono già state collocate due stazioni multimediali. Scansionando il qr-code riportato su ogni formella, il visitatore potrà accedere a contenuti audio-video .

L’assegnazione della 40esima edizione del Premio Pieve Saverio Tutino al diario di Albertina Castellazzi

L’assegnazione della 40esima edizione del Premio Pieve Saverio Tutino al diario di Albertina Castellazzi

La storia raccontata a voce di Pieve Santo Stefano, di quella Pieve tanto bella ma distrutta 80 anni fa nel corso dell’ultima guerra, rivive sui muri della Pieve attuale. È infatti partito il progetto "I muri parlano", presentato all’interno della cerimonia che l’altra settimana ha visto l’assegnazione della 40esima edizione del Premio Pieve Saverio Tutino al diario di Albertina Castellazzi e che proseguirà i lavori di attuazione grazie alla collaborazione fra Archivio Diaristico Nazionale, Ftr Studio, Promemoria e amministrazione comunale. Un percorso iniziato anni addietro e che è arrivato a un primo concreto compimento giovedì 12 settembre scorso con l’installazione delle prime due mattonelle in alluminio, l’una in piazza Plinio Pellegrini e l’altra all’ex asilo Umberto I; le successive, in ceramica cotta, porteranno il totale fra le 10 e le 15 stazioni multimediali. "Sarà il risultato di un’attenta selezione delle testimonianze in base ai luoghi", ha dichiarato Loretta Veri, figura attiva del progetto alla quale è affidata la gestione del Piccolo Museo del Diario. L’obiettivo è quello di realizzare un percorso tematico dedicato alla commemorazione degli 80 anni della distruzione di Pieve Santo StefanLa storia o. Scansionando il qr-code presente su ogni mattonella, il visitatore potrà accedere a contenuti audio-video nei quali le voci dei testimoni di quei tremendi e fatali giorni dell’agosto 1944 saranno chiamate a raccontare cosa successe in quel luogo, in quella strada, o piazza, casa e cantone di Pieve Santo Stefano, tracciando un appassionato collegamento tra il borgo antico e quello sorto dopo la ricostruzione. Non solo pagine di guerra, ma anche quelle dei pievani che hanno raccontato la propria vita in diari e memorie consegnate all’archivio, stazioni parlanti che potranno raccontarsi in un nuovo percorso tematico. Un paese ipertestuale, che ha l’ambizione di raccontarsi in un vero e proprio museo diffuso della memoria. "Abbiamo attinto alle interviste raccolte nel libro "Pieve 1944 – Il paese cancellato" – ricorda la Veri – e siamo partiti negli anni 2006-2007, quando alcuni superstiti erano ancora vivi. E gli argomenti di questi racconti riguardano in particolare edifici che non ci sono più, vedi la chiesa di San Francesco, o strutture come la passerella sul Tevere. Ai visitatori che vengono al Museo del Diario e che si aspettano di trovare il vecchio borgo toscano che non c’è più, noi raccontiamo la storia. L’essere diventati la "capitale" della memoria è allora una sorta di risarcimento per quello che la guerra ci ha tolto". Soddisfatto il sindaco Claudio Marcelli: "L’allestimento è unico nel suo genere e dimostra quanto il paese non si stanchi mai di lavorare per tener fede all’appellativo che si è guadagnato".