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Luigi Garlando è una delle firme più note della Gazzetta dello sport e un affermato scrittore per ragazzi. La serie...
Luigi Garlando è una delle firme più note della Gazzetta dello sport e un affermato scrittore per ragazzi. La serie Gol! con le mitiche Cipolline protagoniste di tante partite e avventure, ha appassionato migliaia di ragazzi, così come Per questo mi chiamo Giovanni, il racconto della vita di Giovanni Falcone pensato per gli adolescenti e letto in tutte le scuole italiane. Per questo sarà l’ospite di venerdì 28 febbraio alle 10 della scuola Cesalpino di Arezzo per un attesissimo incontro con circa 150 studenti delle classi seconde e terze della scuola media.
62 anni, milanese, Luigi Garlando (nella foto) ama il calcio da quand’era ragazzo. "La mia specialità erano i palleggi, i piedi non erano male, il guaio era quel fisico da Abatino, come avrebbe detto Gianni Brera. Infatti, sono diventato giornalista" ricorda spesso durante le interviste. Un’altra sua grande passione è Dante. Nella taverna della casa dove abita con la moglie e la figlia, nel verde della Brianza lecchese, il giornalista e scrittore conserva una sessantina di versioni della Divina Commedia in altrettante lingue.
"Mi è sempre piaciuto scrivere terzine dantesche, come se fosse una sorta di Sudoku", confida agli studenti che incontra in giro per l’Italia. "In quarta Ginnasio, all’Istituto Gonzaga dei Fratelli delle scuole cristiane, fratel Giuseppe mi diede da leggere "Non sparate sui narcisi" di Luigi Santucci. E da lì ho preso la mia strada" risponde invece a chi gli chiede sulla sua passione per la lettura e scrittura. "Eppure - racconta Garlando - ogni volta che portavo un mio libro a fratel Giuseppe lui sbalordiva come davanti a un miracolo e mi ricordava che i miei temi in classe facevano pena".
"Pochi libri cambiano la vita. Quando la cambiano è per sempre, si aprono porte che non si immaginavano, si entra e non si torna più indietro - ricorda la preside della Cesalpino Sandra Guidelli - ci sono libri fatti per essere usati e non soltanto letti. Perché ci trovi quel tono di voce, ti suggeriscono una metafora, perché ti insegnano a formulare una risposta. Sono Funzionali. Rari, proprio come Per questo mi chiamo Giovanni. I nostri studenti non erano nati negli anni Novanta, gli anni simbolo della lotta alla mafia. Ma quel periodo è stato un importante momento storico della vita del nostro Paese. Per i nostri ragazzi, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono supereroi perché hanno combattuto e si sono sacrificati per restituire la libertà alla loro terra".