REDAZIONE AREZZO

Il caso Mugnai alla Camera. Nisini: "Uccise per salvarsi. Dov’è la certezza del diritto?"

La deputata della Lega è intervenuta a Montecitorio per raccontare la tragedia di San Polo: "Ha fronteggiato tre imputazioni diverse: com’è possibile?".

L’onorevole Tiziana Nisini durante la fiaccolata per Mugnai. A destra, Sandro Mugnai

L’onorevole Tiziana Nisini durante la fiaccolata per Mugnai. A destra, Sandro Mugnai

Finisce alla Camera dei deputati, all’indomani dell’inizio del processo il caso di Sandro Mugnai. Lo fa grazie all’onorevole della Lega Tiziana Nisini che ha voluto raccontare in un intervento nell’Aula di Montecitorio la vicenda del fabbro che ha ucciso il vicino Gezim Dodoli che gli stava demolendo la casa con una ruspa.

Martedì davanti alla Corte di assise è iniziata la fase dibattimentale del processo sulla notte di sangue di San Polo del 5 gennaio 2023 con Mugnai imputato per omicidio volontario.

"Sandro Mugnai è a processo per omicidio volontario per difendere sé stesso e la propria famiglia, composta da sei persone, da un attacco violento e deliberato della ruspa guidata dal signor Dodoli che ha abbattuto parte della casa – ha detto Nisini prendendo la parola alla Camera – la perizia tecnica ha dimostrato che non c’erano vie di fuga e un ulteriore colpo avrebbe potuto far crollare l’abitazione già fortemente compromessa dai colpi precedenti. Di fronte ad una minaccia Mugnai ha reagito sparando".

Dalla descrizione dell’evento tragico alla domanda retorica della deputata del Carroccio sullo stato della giustizia nel nostro Paese: "È possibile che, in uno stato di diritto, una vittima che ha agito per salvare la vita di se stesso e dei propri cari si veda costretto a scegliere tra processo o morte?".

Tiziana Nisini ha poi insistito su un particolare non secondario della vicenda processuale, la diversità di accuse che in questi due anni Mugnai ha dovuto affrontare prima di essere rinviato a giudizio: "Tre magistrati hanno fornito tre interpretazioni diverse, uno legittima difesa, un altro eccesso colposo di legittima difesa e il terzo omicidio volontario: dov’è la certezza del diritto? Come può un cittadino sapere quali sono i confini entro i quali può agire per difendere sé stesso e la propria famiglia?".

"Questo è un caso che impone una profonda riflessione ed è nostro dovere che il diritto non si trasformi in un labirinto senza uscita soprattutto per chi si trova ad affrontare situazioni di estremo pericolo. Dobbiamo ricordare – ha concluso Tiziana Nisini – che tutti noi potremmo essere Sandro Mugnai".